La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Foggia contro il dissequestro dei 9 milioni di euro deciso mesi fa da Tribunale del Riesame per il “caso Aipa-Mazal”. Secondo le accuse, la società milanese non avrebbe dovuto incassare le somme. Nella vicenda sono indagati in otto tra amministratori e dirigenti comunali. Nei prossimi giorni si capirà quali saranno gli effetti della decisione sulla gestione dei tributi a Foggia.
MEMO/La vicenda
Dalle indagini (avviate grazie a un esposto pervenuto in procura) era emerso che Aipa, applicando impropriamente l’articolo 16 del “Capitolato speciale d’oneri” avrebbe trattenuto una cospicua somma di denaro a titolo di “aggio” per la riscossione dell’Imu e dalla Tares. Le indagini hanno permesso di accertare la fatturazione da parte di Aipa nei confronti del Comune di Foggia di aggio per la riscossione dei tributi per complessivi 9.484.741,35 euro. Le trattenute indebite avrebbero riguardato le anticipazioni fatte al Comune di Foggia da Aipa dal 9 maggio 2012 al 30 maggio 2013 e le somme riscosse dai contribuenti a titolo di imposte varie tra giugno 2012 e luglio 2014.
Per quanto riguarda la Tares che a partire dal 2013 ha sostituito la Tarsu, della relativa riscossione, per la medesima annualità, si è occupata Aipa, ad eccezione della quinta ed ultima rata versata dal contribuente direttamente all’Agenzia delle Entrate con modello F24, visto che in tale rata era inclusa anche la maggiorazione statale. Il versamento diretto della Tares da parte del contribuente in favore dell’Agenzia delle Entrate è proseguito anche per il 2014, con l’entrata in vigore della Tari. A partire, poi, dall’1 gennaio 2014, con l’entrata in vigore della I.U.C. (che sommava Imu, Tasi e Tari) ha gestito esclusivamente la Tari. Di conseguenza, le imposte Imu e Tasi sono state gestite direttamente dall’amministrazione comunale di Foggia. “Rispetto ai predetti tributi – avevano scritto gli inquirenti – si ritiene quindi che l’Aipa spa non abbia svolto alcuna apprezzabile attività, sia in fase accertativa che in fase di riscossione, con la conseguenza che le trattenute dell’aggio su tali tributi risulterebbero indebite”.
“Sulla base dei risultati delle indagini – aveva commentato il procuratore capo Leonardo Leone De Castris in quella occasione – è stato emesso dal gip di Foggia decreto di sequestro preventivo per equivalente a carico dell’Aipa spa, della Mazal Global Solutions e delle società partecipate dall’Aipa a diverso titolo, fino alla concorrenza dell’importo di complessivi 9.484.741,35 euro ravvisandosi il reato di peculato”.