Vite rovinate dal web, la storia dell’avvocato foggiano Chirolli a “Mi manda Raitre”

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Una vera e propria gogna mediatica orchestrata via web ai miei danni. Un inferno dal quale è molto difficile difendersi”. Vincenzo Chirolli, avvocato foggiano, denunciò tempo fa la persecuzione subita rendendo pubblica la sua storia. “Perché non accada ad altri quello che è successo e sta accadendo a me”. La sua vicenda è di stretta attualità in quanto mette in luce i lati oscuri del web, capaci di portare anche alla morte, come nel recente caso di Tiziana Cantone, morta suicida per un video hard circolato in rete. Diventare “virali” può rovinare la vita e Chirolli, da qualche anno ormai, combatte per ottenere giustizia.

Da alcuni giorni raccogliamo nella nostra sede di corso Roma 71 a Foggia, a seguito dell’apertura dello sportello al cittadino, richieste di intervento, problematiche da affrontare per migliorare la città, ma anche denunce. Mai ci saremmo aspettati di dover ascoltare l’assurda vicenda che sta affrontando un avvocato foggiano che da 2 anni è vittima di un web-stalking”. A dirlo è Rino de Martino, coordinatore provinciale della Federazione “Si, io ci sono”, che ha raccolto personalmente la storia dell’avvocato Chirolli che domani sera sarà raccontata dalla trasmissione Mi manda Rai3. 

Due anni da incubo

Sono vittima di web-stalking, ecco la verità, praticato ai miei danni nella maniera più infima e infamante, ma anche più dolorosa – afferma convinto Vincenzo Chirolli –. Tutto è cominciato nel novembre 2014 con una vera e propria campagna diffamatoria sviluppatasi su due fronti, attraverso siti web da piattaforme specifiche ed attraverso falsi profili Facebook. Sui primi sono state inserite notizie prese dalla rete e relative a vicende giudiziarie con protagonisti avvocati: una volta individuata la notizia su fatti accaduti in varie città come Milano, Modena, Foggia o Foligno il nome del protagonisita è stato sostituito con il mio. In più, è stato creato sulla piattaforma un finto articolo di giornale nel quale sono state riportate false notizie in modo da far sembrare che io avessi subito condanne penali per truffa, estorsione ed altri reati di uguale gravità. Attraverso Facebook, poi, le stesse notizie sono state pubblicate su falsi profili e, chiedendo amicizia a blog diversi, le stesse sono state diffuse in maniera esponenziale. Una cosa inaudita che ha scatenato una vera catena infamante ai miei danni”. Sul noto social network sono presenti persino alcune pagine dal titolo emblematico: “Vincenzo Chirolli truffatore” e “Radiazione truffatore Vincenzo Chirolli”.

Insomma, un vero e proprio incubo che ha portato Chirolli ad inoltrare diverse denunce alla Polizia Postale. Sul caso la Procura della Repubblica di Foggia ha aperto un relativo fascicolo per individuare gli autori di tale ignobile condotta. “Ma la lentezza delle indagini e la indebita condotta dei motori di ricerca e di Facebook che si rifiutano di rimuovere i contenuti offensivi e diffamatori, hanno reso il danno irreparabile con evidenti conseguenze sia dal punto di vista della mia reputazione professionale che, ovviamente, patrimoniale. Per tutto questo, a distanza di circa due anni dall’inizio dei fatti, ora alzo la voce e denuncio pubblicamente quanto mi sta accadendo”.
Chirolli spera di poter appurare chi abbia utilizzato le piattaforme Intopic, Wazit.it, Oknotizie, WordPress.com, Lombardianotizie, Newsdayfoggia e chi si nasconda sotto i falsi profili intestati a Liberata Manfredi, Eleonora Loretti, Maria Facino ed Antonio Lombardi. 
Al momento l’avvocato foggiano ipotizza che dietro possa celarsi qualche cliente non pienamente soddisfatto o qualche mitomane. 
“È evidente il danno che ho subito – continua Chirolli – nel momento in cui centinaia di persone hanno ricevuto queste ingiuriose informazioni su fantomaci miei arresti, denunce, rinvii a giudiizo 
e radiazioni dall’Ordine degli Avvocati, tutte notizie assolutamente false (lo stesso Ordine ha precisato che Chirolli è regolarmente iscritto, ndr). Molti clienti hanno revocato il mandato e tanti sono letteralmente ‘spariti’ terrorizzati da presunti contatti con il sottoscritto. La polizia postale ha purtroppo dei tempi molto lunghi, che certamente sfavoriscono la mia immagine professionale. Intanto io sono alle prese con i danni alla mia reputazione, con i danni economici riversatisi sulla mia attività profesionale e con la paura che tutto ciò possa continuare. Per questo ora alzo la voce e denuncio pubblicamente quanto mi sta accadendo. Non solo per ribadire che tutto è falso, che il mio certificato penale – che ho reso pubblico – attesta l’assenza di condanna, ma anche perché il web, a volte, può trasformarsi in una gogna infernale che può danneggiare chiunque e dalla quale difendersi risulta, se non proprio impossibile, certamente molto complicato. In più, le ferite rimangono a lungo, in attesa di giustizia”.