Da Manfredonia arriva l’altro nome foggiano per la corsa alla segreteria regionale del Pd. Michele Bordo, parlamentare da 15 anni e presidente della commissione Politiche Ue, ha iniziato a raccogliere le firme per la candidatura a successore di Michele Emiliano. Una mossa inaspettata per lo stesso governatore della Puglia, che da qualche tempo cercava di individuare un uomo di fiducia (il nome fatto con maggiore insistenza è Domenico De Santis) per contrastare l’ascesa dell’europarlamentare Elena Gentile, la prima a scendere in campo ad ottobre scorso. Il fuoco incrociato di quale tempo fa con le accuse reciproche tra il duo Piemontese-Bordo da una parte e la replica piccata del pediatra cerignolano dall’altra, era evidentemente solo l’antipasto di una guerra politica interna ai democratici.
Gentile: “Bordo pensa di militarizzare il territorio”
“Michele Bordo crede di essere il padrone della locomotiva, crede di avere il controllo militare del territorio e ora vorrebbe dimostrare di avere la leadership. Era una mossa quasi scontata in questo senso, ma asseconda ancora una volta l’inconsistenza del suo ragionamento politico”. L’europarlamentare Elena Gentile reagisce così alla notizia della candidatura del parlamentare trapelata in questi giorni. “Sono candidata da ottobre con un percorso trasparente – continua -, qualcun altro pensa invece di poter cambiare idea su temi importanti come le Trivelle. Io alle ultime Regionali ho fatto uno sforzo unitario privilegiano l’unità del partito rispetto al sostegno ad un mio candidato, perché c’era il pericolo che le liste di Emiliano superassero il Pd. Da dirigente, non posso pentirmi di questo. Adesso invece partirà la campagna acquisti…”. L’ex assessore della Giunta Vendola sottolinea il fatto che “il Pd ormai non è più un partito, anche perché il presidente-segretario pensa di poter costruire alleanze con chi è apparentemente fedele”. Prima di concludere: “Il fatto che Bordo stia raccogliendo le firme non significa niente, ci sono altri nomi che circolano, come il consigliere Fabiano Amati ed il sindaco di Adelfia, Vito Antonacci. È solo il segnale dell’ennesima guerra per la conta dei voti priva di contenuti politici degni di tale nome”.