Ancora un atto intimidatorio ai danni del presidente Ataf spa, Raffaele Ferrantino. Un ordigno è esploso sotto la Smart parcheggiata in via Gramsci: l’auto ha subito danneggiamenti al paraurti nella parte anteriore. A subire danni anche un’altra automobile parcheggiata a pochi centimetri. Sul posto è intervenuta la polizia di Foggia con due unità mobili per indagare sull’accaduto. Qualche tempo fa lo stesso Ferrantino ha subito minacce di morte attraverso una missiva recapitata all’interno dell’azienda di trasporto urbano del capoluogo.
Landella: “Attentato inquietante”
“L’attentato dinamitardo che ha colpito l’automobile del presidente di Ataf SpA, Raffaele Ferrantino, è un episodio inquietante e di una gravità inaudita. Dalle intimidazioni verbali la china si è spostata adesso sul piano degli attentati veri e propri, peraltro compiuti in pieno giorno, alla luce del sole. Un clima che non esito a definire di terrore, soprattutto perché questo episodio segue le intimidazioni già compiute nel recente passato ai danni del management dell’azienda di trasporto pubblico. Al presidente Ferrantino, a titolo personale ed istituzionale, formulo la mia più completa e totale solidarietà. Sono certo che la Magistratura saprà fare luce sull’accaduto ed assicurare alla giustizia i criminali autori di questo gesto vigliacco”. A parlare è il sindaco di Foggia, Franco Landella, che ha ringraziato il prefetto Maria Tirone per aver “convocato celermente una riunione del coordinamento provinciale delle Forze di Polizia proprio sull’attentato intimidatorio ai danni del presidente Ferrantino”.
“Quanto accaduto questa mattina, purtroppo, riporta drammaticamente d’attualità il contesto in cui sempre più spesso si trovano ad operare gli amministratori del territorio. Una situazione profondamente preoccupante, che impone a tutti – politica, sindacati, associazioni, semplici cittadini – il massimo del senso di responsabilità, anche nelle modalità con cui si sviluppa la legittima polemica politica. I toni alti, le invettive al limite della calunnia e della diffamazione, un uso sconsiderato dei social network rischiano infatti di essere l’humus nel quale possono maturare gesti sconsiderati e pericolosissimi per la vita stessa delle donne e degli uomini impegnati ogni giorno al servizio della comunità. Prosciugare la palude della violenza – conclude il sindaco – significa avvertire il peso di questa responsabilità e agire di conseguenza, senza concedere alcuna attenuante o giustificazione a chi predica l’odio mascherandolo dietro il paravento della dialettica politica”.
Il Pd: “Convinta solidarietà personale e istituzionale”
Sull’episodio si è espresso anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale Alfonso De Pellegrino: “Esprimo pubblicamente, oltre che privatamente, la più convinta solidarietà personale ed istituzionale al presidente del CdA di Ataf SpA Raffaele Ferrantino, vittima di un grave atto intimidatorio; ulteriormente aggravato dalla fondata supposizione che sia riconducibile alla sua attività di amministratore della società comunale di trasporto pubblico.
Quanti si occupano dei beni comuni nella nostra città e nella nostra provincia – aggiunge – sono, purtroppo, esposti a minacce ed intimidazioni, tali e tante da far vacillare la volontà di chi mette a disposizione tempo, competenza e qualità per il bene della comunità alla quale appartiene.Un fenomeno gravissimo su cui è doveroso, una volta di più, attirare l’attenzione delle istituzioni tutte, a partire da quelle che si occupano della sicurezza sociale. Altrettanto importante è non incrinare la compattezza della rappresentanza istituzionale della città di fronte a fenomeni di questo genere. Preoccupazione che, mi spiace annotarlo, non appartiene al sindaco di Foggia che punta l’indice contro chi svolge la propria funzione politica esprimendo critiche sulla gestione della società presieduta da Raffaele Ferrantino. Non è in consiglio comunale che si trovano mestatori d’odio e avvelenatori di pozzi. Chi siede nell’Aula consiliare, appartenga alla maggioranza o alla minoranza, svolge la propria funzione con gli strumenti propri della democrazia, compreso l’insopprimibile libertà di pensiero di cui si nutre la dialettica politica. E’ da irresponsabili affermare il contrario. A maggior ragione – conclude – se si ha l’onore di rappresentare la città e l’istituzione che la governa”.