Tragedia sfiorata in un appartamento di via Fiume a Foggia. In manette M.A.D, classe 1973, accusato del tentato omicidio aggravato e di lesioni aggravate ai danni della madre, G.M.G., classe 1934.
Una volante della polizia, l’11 novembre scorso, intorno alle 14 e 30, è intervenuta poichè era stata segnalata una persona in preda a una crisi isterica. Gli operatori giunti sul posto dopo circa 10-15 minuti, sono stati contattati dai sanitari che hanno riferito di essere intervenuti su richiesta della famiglia in questione e che, una volta raggiunta l’abitazione, sono stati fermati sull’uscio della porta d’ingresso da un uomo in palese stato di agitazione. L’uomo ha riferito di non aver bisogno del loro aiuto e che si trattava di un semplice diverbio con la propria madre. Alle sue spalle, però, la donna anziana ha fatto cenno agli operatori di intervenire ma l’uomo ha proibito ai sanitari di entrare. A quel punto, gli operatori del 118 sono scesi nell’androne condominiale dal quale hanno allertato il 113. Gli agenti sono giunti sul posto riuscendo ad accedere allo stabile contattando altri residenti. Una volta raggiunto il pianerottolo dell’abitazione hanno suonato ripetutamente il campanello ma invano. Temendo che qualcosa fosse accaduto all’interno, i poliziotti hanno battuto con forza le mani contro la porta d’ingresso riuscendo, così, ad attirare l’attenzione dell’uomo che, dopo un breve colloquio, ha aperto. L’uomo, con indosso solo un paio di slip, ha riferito di aver ucciso la madre.
Gli agenti lo hanno subito immobilizzato, poi si sono introdotti nell’appartamento trovando la donna esanime sul pavimento della cucina, legata con nastro afesibo da imballaggio avvolto a gambe e mani mentre il capo era coperto da un sacchetto di plastica, chiuso intorno al collo da nastro adesivo che ne comprometteva la respirazione. Gli agenti ed il personale sanitario hanno liberato la donna, riscontrando che il nastro adesivo era avvolto anche con più strati sulle labbra dell’anziana. Tolto quest’ultimo nastro, la donna, cianotica, ha iniziato a respirare recuperando l’ossigeno. La vittima presentava anche una ferita all’arcata sopraccigliare sinistra e il braccio gonfio. L’uomo, ancora nel panico, ha chiesto di essere arrestato, mentre la madre è stata trasportata in ospedale con codice “Rosso” e successivamente giudicata guaribile con una prognosi di 30 giorni. Alla donna sono stati riscontrati la frattura scomposta di radio e ulna, trauma cranico, ferita lacero periorbitaria, frattura delle vertebre e frattura costale.
Nell’abitazione, la Scientifica ha sequestrato tre rotoli di nastro adesivo compatibili con quelli usati dall’aggressore per immobilizzare la vittima e per avvolgere il capo oltre ad alcuni pezzi di vetro di un posacenere intrisi di sangue probabilmente utilizzato come oggetto contundente per colpire la donna. In considerazione della gravità del fatto, della flagranza di reato, delle fonti di prova raccolte sul luogo dell’evento delittuoso, M.A.D. è finito nel carcere di Foggia. La madre, nonostante le ferite, ha riferito agli agenti che il figlio, in cura psichiatrica, all’improvviso e senza alcun motivo si è spogliato restando solo con gli slip e, uscito al balcone, ha minacciato di uccidere tutti. All’arrivo dei sanitari del 118, avrebbe ritenuto che fosse stata la madre a chiamarli e quindi ha cominciato a percuoterla violentemente trascinandola dall’ingresso fino alla cucina e colpendola con un posacenere, salendo con i piedi sul corpo della madre steso a terra, provocandogli lesioni e fratture. Infine le ha bloccato mani e piedi prima di infilarle un sacchetto di plastica in testa. La donna ha riferito che, avendo intuito che l’intento del figlio era quello di ucciderla, si è finta morta. L’uomo, convinta di averla uccisa, le ha strappato dal dito la fede, togliendole poi l’orologio dal polso.