Aerei senza pilota dall’aeroporto di Amendola (Foggia). Sono i Predator, finora utilizzati solo per la sorveglianza ma adesso armati e pronti a colpire. La richiesta pendeva da tempo, fin dal 2011 (governo Berlusconi). Mercoledì l’atteso sì del Dipartimento di Stato americano: l’Italia potrà armare due droni, del tipo Reaper. A meno che non ci sia uno stop da parte del Congresso, che ha 15 giorni di tempo per sollevare obiezioni. Si aprono così nuovi scenari per le missioni militari tricolori che avranno a disposizione uno strumento bellico ben più efficace di quelli ora in arsenale.
Il semaforo verde segna anche una novità rilevante per quanto riguarda la politica di Washington sulla vendita di armamenti “sensibili”. Finora, infatti, la sola Gran Bretagna, il più fedele alleato degli Usa, aveva ottenuto l’ok all’armamento degli aerei senza pilota, possibile solo con licenza americana. Ora anche l’Italia potrebbe superare le restrizioni imposte alla vendita di questa tecnologia e usufruire di missili del tipo AGM-114R2 Hellfire II, bombe a guida laser del modello GBU-12 e munizioni GBU-38.
Sono tre le missioni in cui l’Italia utilizza gli aerei senza pilota con funzioni di ricognizione e sorveglianza: in Iraq nell’ambito della coalizione di contrasto all’Isis e nelle due missioni nel Mediterraneo, quella nazionale “Mare sicuro” e quella europea anti-scafisti “EunavforMed”. In passato erano stati usati anche in Afghanistan e a Gibuti.
Complessivamente l’Aeronautica dispone di 12 droni, 6 del tipo Reaper MQ-9A (che è la versione armabile) e 6 Predator MQ-IC A+ (non armabile). Il velivolo che sarà armato ha un’apertura alare di oltre 20 metri, una velocità superiore ai 400 km/h ed è attualmente utilizzato con funzioni di intelligence, sorveglianza, acquisizione di obiettivi. Gli aerei senza pilota sono integrati proprio nel 32/o Stormo di Amendola. Attualmente, per lavori di risistemazione della pista, sono stati trasferiti a Sigonella (Catania), ma presto torneranno in provincia di Foggia.
Se il Congresso Usa non bloccherà il processo passerà tuttavia diverso tempo prima che Roma possa dotarsi nella nuova capacità. Il governo dovrà infatti confermare a Washington l’intenzione di acquisire gli armamenti e poi dovrà partire l’addestramento di piloti e specialisti all’uso ed alla manutenzione dei nuovi sistemi.