Lo chiamano “lo zio” oppure “lo sfregiato” ed è uno dei malavitosi più influenti del Basso Tavoliere. Arcangelo Brandonisio, 54 anni, pluripregiudicato di Cerignola, ha subìto un duro colpo da parte di carabinieri e Direzione Investigativa Antimafia di Bari. Appartamenti, ville, ettari di terreni, un’azienda agricola per la produzione di vini e carciofi, auto, moto, trattori, quote societarie, conti correnti e buoni fruttiferi. Tutto sequestrato. Brandonisio però, è ancora libero, in attesa di sentenza per il processo “Cartagine”. Ma l’uomo ha già sul groppone una condanna della Cassazione che impose il 416-bis. “Perciò – hanno spiegato stamattina gli uomini della Dia – è un mafioso accertato“.
Al boss, elemento di rilievo del clan Piarulli-Ferraro e maggiore organizzatori di furti e rapine in giro per l’Italia, sono stati sequestrati beni del valore di circa due milioni di euro. Gli investigatori hanno analizzato il patrimonio dell’intero nucleo familiare costituito dalla moglie, dall’attuale convivente e dai tre figli. Un’analisi dettagliata dalla quale è emersa una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni riconducibili all’indagato. “Sulla carta non avevano denaro sufficiente neanche per mangiare” – hanno riferito dalla Dia. Per casi del genere scatta l’articolo 12 sexies del Dl 306/1992 che consente di procedere al sequestro dei beni e, in caso di condanna, alla confisca. Un’operazione, dunque, che prescinde dai reati commessi dall’indagato. Nel caso di Brandonisio si tratta di 4 appartamenti, una villa, numerosi ettari di vigneti, uliveti, un’impresa agricola, tutti ubicati a Cerignola, quote societarie di un’impresa olearia a Trani, 10 veicoli e motoveicoli di grossa cilindrata, infine rapporti bancari e postali.
Gli investigatori hanno preso sotto esame un periodo lunghissimo, ovvero quello dal 1983 al 2013, notando una notevole crescita degli affari soprattutto dal 2008, dopo l’uscita dal carcere del boss. L’indagato risulta a capo di un’articolata associazione a delinquere dedita alla ricettazione e alla successiva vendita di merce (televisori, condizionatori, caldaie e gas) provenienti da numerosi furti e rapine a Tir in tutto il territorio nazionale. Merce che poi veniva occultata in vari depositi nelle campagne tra Cerignola e Barletta.
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