Primo atto del processo a Fernando Biagini e Massimo Laccetti. Lo scandalo tangenti al Comune di Foggia è approdato nelle aule del Tribunale stamattina. Tappa iniziale, ma solo transitoria, prima di entrare nel vivo del processo. Si sono costituiti parte civile il Comune di Foggia e le tre presunte vittime del sistema estorsivo messo in atto dall’ex dirigente comunale, spalleggiato dall’ex consigliere comunale. Oltre al Comune, come detto, si sono costituiti parte civile anche gli imprenditori Raffaele Zammarano, Marco Insalata e Vincenzo Rana. Il giudice ha accettato la richiesta del rito abbreviato per i tre imputati (oltre a Biagini e Laccetti c’è anche l’imprenditore Adriano Bruno).
Il caso scoppiò a inizio aprile di quest’anno quando la Procura di Foggia portò alla luce la concussione e tentata concussione da parte di Biagini, Laccetti e Bruno. Al centro della vicenda i futuri locali del Tribunale in piazza Padre Pio a Foggia, assegnati a Zammarano solo dopo il versamento di una maxi mazzetta da 80mila euro.
La somma di denaro – pari al 10% del canone di locazione – sarebbe stata riscossa in tre tranche, in contanti, all’interno di un’autovettura (come da intercettazioni ambientali pubblicate su l’Immediato). Prima tranche da 50mila euro, e altre due di 5 e 25mila euro. Somme di denaro versate nei mesi di gennaio e febbraio sempre del 2014. Grande capo del sistema sarebbe Biagini mentre Laccetti e Bruno erano intermediari.