Il Comune di Lucera come Foggia, costretto ad un piano di riequilibrio finanziario pluriennale per coprire 3 milioni e 400 mila euro di debiti fuori bilancio. In realtà si tratta di un unico macroscopico debito, quello risalente alla causa con i proprietari del mulino Sacco il cui incendio risale agli anni ‘60. Il Comune non pagò l’esproprio, la famiglia ha chiesto la restituzione del suolo e i danni. Una storia lunga 40 anni, la vera spada di Damocle di Palazzo Mozzagrugno.
“Faremo di tutto per evitare la procedura di dissesto – dice l’assessore alle finanze e bilancio Fabrizio Abate – cercando di spalmare le somme dovute in 10 anni. Non abbiamo debito strutturale, ma questo unico enorme debito che deriva da amministrazioni passate. In bilancio non possiamo coprirlo, è l’unica soluzione per continuare la gestione ordinaria dell’ente. Dalla Tasi deriveranno 2 milioni di euro. Non ce la facciamo a coprirlo”.
Debito riformulato con sentenza, ma è sempre troppo
Se qualche sfumatura di posizione politica a vantaggio dei cittadini si registra sul tema della Tasi, sulla gravità di un quadro debitorio allarmante – è ancora in piedi qualche altra causa per espropri non pagati – non ci sono grandi margini di discussione. La sentenza di Corte d’appello che condanna il Comune risale a gennaio 2014 ed è esecutiva. Durante il governo Dotoli il ricorso in Cassazione ha bloccato il pignoramento per 7 milioni di euro in tesoreria che avrebbe comportato la “chiusura” del Comune. Il debito è stato ricalcolato e ridotto da 5 milioni a 3 milioni e 400mila euro. Oggi i nodi sono arrivati al pettine in un quadro fosco di debiti pregressi.
Dotoli (ex sindaco): “Marea di parcelle non pagate agli avvocati”
Negli anni passati, tante sono state le cause dovute a procedura d’esproprio d’urgenza per le quali il Comune non ha pagato. Sono stati sborsati fior di milioni per tamponare debiti fuori bilancio causati dalla gestione “allegra” della zona 167 o quella, rivendicata dalla famiglia Sacco, dell’area nei pressi della villa. A ciò si aggiungono le spese per gli avvocati. L’ex sindaco Dotoli parla di 3milioni e mezzo di “parcelle non pagate” cui si è provveduto nella precedente amministrazione.
Eletti per pagare i debiti, in primis
L’altro giorno è stato approvato il consuntivo 2013. Antonio Tutolo, che ha giocato la sua partita elettorale sul taglio netto con quanto fatto dalla “politica politicante” e che invitava tutti al “vincerò io, fatevene una ragione”, come da slogan, si trova a fare i conti con questa difficilissima situazione debitoria, suo malgrado. Dotoli ricorda un passaggio dell’assise comunale l’altro giorno: “Tutolo è stato chiaro, questo debito non è ascrivibile all’amministrazione precedente”, cioè quella da lui guidata. Eletti per pagare i debiti, in primis, poi per governare.
Lucera verso le provinciali “di territorio”?
Il sindaco, la settimana scorsa, si è incatenato ai cancelli della Asl perché venisse mantenuta la promessa di riportare la Tac a Lucera. Un gesto eclatante che non finisce qui. La territorialità “negata” dal mancato riconoscimento di un presidio ospedaliero ridotto a poliambulatorio, potrebbe essere la precondizione per voltare le spalle al centrosinistra in vista delle elezioni provinciali di secondo grado.
Non solo un gesto simbolico ma un’alleanza alternativa che parte dalla porta del sub-appennino, tocca Lucera e sale verso i monti. Un’alleanza tra piccoli comuni, magari con il sindaco di Biccari Gianfilippo Mignogna o di Volturino Antonio Santacroce, nonostante Francesco Miglio sia, per ora, il designato leader delle civiche. L’insegna sarebbe “territoriale”, non “politica”.
Una risposta forte di una città che, in vent’anni, è scivolata nel baratro di un possibile dissesto. Prima solo ventilato, ora comunicato nelle sue estreme difficoltà di cassa da Tutolo al consiglio comunale. Il preventivo 2014 è pieno di incertezze.