Il Comune di Cerignola aderisce al patto contro la criminalità proposto agli enti locali e alle associazioni di categoria da Pippo Cavaliere, presidente della Fondazione “Buon Samaritano” di Foggia, da anni in prima linea nel sostegno alle vittime dell’usura, che rappresenta una gravissima piaga in Capitanata.
“La proposta di creare un fronte comune contro la malavita è encomiabile – commenta Antonio Giannatempo, sindaco di Cerignola -. Accogliamo convintamente l’idea di stipulare un protocollo d’intesa tra Comuni ed associazioni di categoria locali perché gli stessi si costituiscano parte civile nei procedimenti penali riguardanti episodi di usura. Le vittime di questo odioso fenomeno non devono sentirsi sole come chi, a Cerignola e altrove, si è suicidato perché non sapeva come sottrarsi all’incubo degli aguzzini”.
Per evitare di far precipitare nel più totale isolamento sociale i malcapitati, “va assolutamente offerto loro tutto il sostegno morale e psicologico di cui hanno bisogno. La parte migliore della nostra comunità non può abbandonare queste persone al loro infelice destino”. Unire le forze è l’unico modo per dare una risposta pragmatica all’assalto di una criminalità che sta martoriando praticamente tutta la provincia di Foggia, della cui drammatica situazione sembrano essersi finalmente conto il Governo e i vertici nazionali delle forze dell’ordine. “Siamo all’anno zero, questa è la verità – sottolinea Giannatempo -. I gruppi criminali locali, con le loro continue scorribande, hanno ampiamente approfittato della colpevole sottovalutazione, a livello nazionale, della portata dei fenomeni malavitosi in questo territorio. Il fatto è che non siamo più negli anni ’80, quando di parlava di una criminalità “giovane”; l’efferatezza delle diverse bande nel compimento dei reati, unita all’esiguità numerica delle forze dell’ordine, ad una cultura dell’illegalità dilagante che sfocia in una bieca e generalizzata omertà non giustificabile e solo in parte comprensibile, hanno reso micidiale l’impatto delle mafie sulla vita di ognuno di noi. Nessuno denuncia i tentativi di estorsione subiti, le intimidazioni ricevute, le minacce degli usurai. Viviamo di fatto uno stato di libertà condizionata; dal quale possiamo uscire solo facendo fino in fondo la nostra parte come cittadini e come amministratori. Abbiamo cominciato siglando il Patto per la sicurezza con gli altri Comuni del Basso Tavoliere, fortemente voluto dal Prefetto; proseguiremo dando la nostra adesione a tutte le iniziative, come quella del “Buon Samaritano”, utili a far sentire la voce delle persone oneste, stanche dell’arroganza di questa criminalità”.