Si è dimesso il sindaco di San Giovanni Rotondo Luigi Pompilio. La sua maggioranza si è sfaldata e 5 consiglieri della federazione composta da Udc, Scelta civica e Psi sono passati all’opposizione che, a questo punto, ne conta undici. Ha venti giorni di tempo per tentare di ricucire lo strappo e pensare a una riformulazione della coalizione a lui fedele. Qualche giorno fa, vedendo la piega che stava prendendo l’assise comunale, Pompilio ha pensato bene di azzerare la giunta. Sperava, con un rimpasto probabilmente, di arginare questo cambio di fronte, ma così non è stato, anzi, anche i suoi stessi assessori hanno mal recepito la decisione.
Su ‘Il Fatto del Gargano’ sono riportare le dichiarazioni dell’ex assessore ai Lavori Pubblici Michele Pennelli che accusa il sindaco dimissionario di aver provocato questa situazione passando sulla testa di chi “stava lavorando bene con la propria delega”. “Sono molto deluso da Pompilio, mi sono dannato per un anno per ottenere risultati tangibili, adesso spero solo che abbia capito che è finita. Un anno di commissariamento è ciò che serve alla città e alla politica per riflettere”.
Quello che balza agli occhi è il caso, più unico che raro, di una maggioranza-opposizione che non riesce, comunque, a raccogliere le firme per mandare a casa il sindaco forzista. Nel Pd sono emerse divisioni tra chi è disposto a firmare, tra cui Antonio Santoro, e Giuseppe Mangiacotti, più titubante. D’altra parte in consiglio non è ancora arrivata, per esempio, la discussione sul Pug che, in altri tempi, ha diviso e poi provocato la caduta di amministrazioni in carica.
La segreteria provinciale del Pd e quella cittadina entrano nel vivo della faccenda e auspicano “la conferma delle dimissioni di Pompilio e l’arrivo a San Giovanni di un commissario prefettizio”. Dal canto suo il partito si impegna fin da subito a “ritrovare sintonia con la società civile e a strutturare un programma amministrativo che restituisca stabilità e respiro strategico al governo cittadino dopo anni di interruzioni anticipate delle consiliature”.
Un intervento che taglia corto sui tentennamenti di qualche consigliere di minoranza del pd a S. Giovanni e detta la linea. Ci sarebbero i numeri per mandare a casa il sindaco senza attendere le sue decisioni ma, finora, non pare questo l’orientamento della ex minoranza, ora maggioranza, imbrigliata com’è nella ricerca del numero di firme.
Dopo i veleni di questi giorni, anche tra assessori “azzerati” e sindaco, il commento delle segreterie piddine (cittadina e provinciale) nei confronti dell’operato di Pompilio è molto duro: “Le sue dimissioni segnano il più alto e drammatico punto della crisi dell’amministrazione del centrodestra, priva di spessore programmatico e con un’elevata conflittualità politica. Per mesi sindaco, assessori e consiglieri si sono dilaniati in conflitti quotidiani che hanno prodotto avvicendamenti caotici e immobilismo”.
Nel caso qualcuno non avesse recepito il messaggio, sono ancora più chiari: “Per parte nostra non siamo disponibili ad alcun tipo di dialogo politico e istituzionale con chi ha fallito così evidentemente la propria missione e tradito la fiducia degli elettori. Le elezioni sono il naturale sbocco di questa esperienza, che il sindaco Pompilio e la sua scassata maggioranza hanno artificialmente prolungato proprio per impedire che si votasse già a maggio”.