“Le auto venivano cannibalizzate nel Basso Tavoliere e i pezzi venduti nel dark web, ma anche su canali internet in chiaro o in presenza per la commercializzazione in Italia e all’estero. La Bat è al primo posto nel 2023 per furti d’auto seguita dalla provincia di Foggia”. Così il procuratore foggiano Antonio Laronga dopo il maxi blitz di questa mattina, denominato “Operazione Redivivi Imperium”, contro una banda di ladri d’auto. Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri – coordinati dalla Procura di Foggia – hanno arrestato 15 persone (7 in carcere, 8 ai domiciliari) ed eseguito altre 11 misure cautelari tra obbligo di dimora e presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per un totale di 26 persone indagate.
“Questo fenomeno rappresenta una vera e propria piaga del territorio – ha aggiunto Laronga -. Si tratta di un ‘brand’ della criminalità di Cerignola e della Bat che colpisce tutta la comunità. Il numero di furti porta ad un aumento dei costi delle polizze assicurative e svantaggi competitivi per le imprese legali che operano correttamente nel settore dei ricambi d’auto. Insomma, un fenomeno che provoca grande sofferenza nella popolazione. Inoltre scatena una certa ritrosia nei cittadini di altre regioni a recarsi a Foggia”. Laronga ha ricordato che quella odierna è la “terza operazione del 2024. A febbraio 19 custodie cautelari, ad aprile 7 e oggi 26. Ed è sempre stata contestata l’associazione a delinquere. Si tratta, infatti, di gruppi criminali organizzatissimi che possono operare anche in Molise, Abruzzo e Marche. Sono ‘professionalità’ che dobbiamo eliminare da questo territorio”.
“Il gruppo era suddiviso in varie batterie – ha spiegato la magistrata Miriam Lapalorcia -. C’era quella dei ladri con il solo compito di rubare le vetture e abbandonarle nelle campagne. In seguito le auto venivano tagliate nelle campagne stesse oppure trasportate presso le batterie di tagliatori che avevano il preciso compito di asportare i singoli pezzi e rimuovere ogni segno identificativo. I tagliatori erano dislocati a Foggia, San Severo e Torremaggiore. Infine, tutto confluiva a Cerignola dove c’erano i capi dell’organizzazione”.
Gli inquirenti hanno sgominato l’organizzazione attraverso un lavoro immane composto da circa 260 intercettazioni. Nelle campagne sono state intercettate decine di carcasse d’auto per un giro d’affari superiore al milione di euro.
I nomi
In cella Antonio Dimmito, 57enne di Cerignola, Antonio Fuscaldi, 40enne di Cerignola, Leonardo Vurchio, 34enne di Cerignola, Aristide Carmine Mastrone, 58enne di San Severo, Pasquale Gassi, 36enne di San Severo, Paolo Pelullo, 45enne di Foggia e Gerardo Morra, 28enne di Cerignola. Domiciliari per Aurelian Gabriel Vladut, 46enne rumeno, Angelo Antonio Pelullo, 72enne foggiano, Lorenzo Cormio, 40enne di Cerignola, Gianni Sansonna, 54enne di Canosa, Fabio Calabrese, 51enne di Barletta, Lorenzo Pantaleo, 31enne di Bitonto, Savino Antonio Merotta, 35enne di Cerignola e Domenico Tricarico, 38enne di Cerignola.
Obbligo di dimora per Luigi Pio Pazienza, 33enne di San Giovanni Rotondo, Luca Giustizia, 36enne di San Severo, Fabio Fontanello, 39enne di Torremaggiore, Francesco Acri, 30enne di Andria, Antonio Pio Mancini, 31enne di Torremaggiore, Olga Costantino, 28enne di Torremaggiore, Alessandro Mastrangelo, 27enne di Cerignola, Tommaso Farrusi, 32enne di Cerignola, Giovanni Capuano, 33enne di Cerignola e Michele Lovergine, 37enne di Trani. Per Alexander Antwi, 25enne ghanese, obbligo quotidiano di presentazione alla pg.
Stando all’ordinanza del gip, quasi mille pagine, i capi erano Dimmito e Fuscaldi: i due avrebbero promosso l’attività illecita dell’associazione, con funzioni di comando, dirigendo e coordinando le decisioni più importanti del sodalizio; avrebbero impartito specifiche istruzioni in relazione alle modalità esecutive dei reati-fine (tra cui il numero, il modello delle auto che dovevano essere asportate, chi doveva provvedere allo smontaggio e alla eliminazione dei segni identificativi dei veicoli, dove dovevano essere portati i veicoli). Sempre Dimmito e Fuscaldi avrebbero gestito in prima persona ed, in alcuni casi, delegato ad altri partecipi, le casse del sodalizio.