Marciapiedi divelti, vetri di bottiglie di birra a terra, legna accatastata e poggiata alla cancellata, sporcizia diffusa, erba alta quasi un metro e mezzo e un progetto Croci, che risale agli anni di Agostinacchio, poi rinnovato ai tempi di Gianni Mongelli che prevedeva una grande area verde, ma che non ha mai visto la luce, a causa dell’asperità urbana e della difficoltà reali incontrate di volta in volta dagli uffici nell’abbattere le tante superfetazioni abusive di Borgo Croci.
È critico e indignato Salvatore Imperio, ex attivista pentastellato in dissidio con la gestione di Giuseppe Conte, abitante della provincia napoletana ma ancora attivo con la sua impresa nel centro storico della città.
In Via Calvario accanto al piccolo parco della Chiesa di Monte Calvario più conosciuta a Foggia come Cappellone delle Croci quotidianamente vengono posizionati rifiuti speciali di ristrutturazioni urbanistiche. Ingombranti che dovrebbero essere smaltiti nel centro di Via Sprecacenere.
Cosa sarebbe il sito culturale e architettonico del Cappellone in un’altra città? Che tipo di convenzione sarebbe attivata altrove dall’Ente comunale, la parrocchia e la Curia? E cosa dovrebbe fare l’Amiu per prevenire l’incuria?
Imperio è netto: “L’azienda di smaltimento dei rifiuti dovrebbe meglio informare la cittadinanza. Su come conferire anzitutto ma poi si dovrebbe manutenere la zona, questa è una via trascurata, ed è simbolo di tutto quello che avviene in città. Basterebbe un attimo di accortezza, l’appello mio è sia ai cittadini sia alle istituzioni per cercare un maggiore dialogo”.