La sesta sezione penale della Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della III sezione della Corte di Appello di Bari che, dopo l’assoluzione in primo grado, aveva condannato Salvatore Camporeale, ex sindaco di Margherita di Savoia, Giuseppe Barra, suo vice dell’epoca, e Franco D’Errico, dipendente della società “Aspica”, rispettivamente a nove, quattro e tre anni di reclusione per fatti di concussione e peculato.
La vicenda risale addirittura al 2007, quando i due amministratori erano entrambi in carica (Barra aveva anche la delega all’ambiente e all’urbanistica del Comune) e furono arrestati in seguito alle denunce di alcuni imprenditori locali – come ricorda Ansa -. Uno di essi – Francesco Valerio rappresentato dall’avvocato Raul Pellegrini del Foro di Foggia – lamentò come alcuni pagamenti per dei lavori eseguiti in favore del Comune fossero stati bloccati, se non avesse provveduto (dietro minaccia del sindaco) a pagare alcuni affitti della sede del suo partito e se non gli avesse consegnato denaro per la campagna elettorale. Lo stesso imprenditore sostenne di essere stato costretto a consegnare 20mila euro per rendere edificabile un terreno a Margherita di Savoia. Un altro imprenditore sostenne di aver effettuato gratuitamente dei lavori di riparazione nella casa del sindaco per sbloccare dei pagamenti che vantava nei confronti del Comune. Arrestati nel 2007, Camporeale e Barra tornarono in libertà su disposizione del Tribunale del Riesame, che ritenne insussistenti i gravi indizi di colpevolezza. Assolti in primo grado a Foggia, i due furono invece condannati in appello a Bari. Ora, invece, ecco la decisione della Cassazione che ha prosciolto gli imputati.
“Dopo 17 anni si chiude definitivamente una vicenda kafkiana, partita con gli arresti annullati dal tribunale del riesame per mancanza di indizi, proseguita con la sentenza di assoluzione in primo grado, continuata con la incredibile sentenza di condanna in appello, a cui, conclusivamente, la Cassazione ha posto radicale rimedio, annullandola addirittura senza rinvio e così definitivamente. Alla soddisfazione professionale si accompagna però lo sgomento per il lungo trauma subito dai cittadini, per quanto statuito dalla Suprema Corte, inutilmente imputati”. Così gli avvocati Roberto Eustachio Sisto, Fabio de Feo, Nicola De Fuoco, Roberto Di Marzo e Piervito Castiglione Minischetti, tutti dello “studio FPS”, difensori a vario titolo degli imputati assolti. D’Errico era invece rappresentato da Mario Aiezza del foro di Foggia.
Quest’ultimo ha dichiarato: “C’è grande soddisfazione per la decisione con la quale la Corte di Cassazione ha annullato, per totale insussistenza del fatto, la sentenza di condanna a carico del D’Errico per contestati episodi di peculato per i quali era imputato unitamente a Camporeale e Barra. Una vicenda riguardante fatti del 2007 e per i quali il D’Errico, quale dipendente di una società affidataria di un pubblico servizio, era imputato in concorso con l’ex sindaco di Margherita di Savoia, Camporeale, ed il suo vice Barra. Alla sentenza assolutoria emessa in primo grado seguì un rocambolesco ribaltamento in Corte d’Appello con pesantissime condanne per gli imputati, tra cui quella a 3 anni per il D’Errico. La Corte di Cassazione, dopo un processo durato 17 anni, ha finalmente messo ad un vero e proprio calvario giudiziario. Questa vicenda evidenzia – conclude l’avvocato Aiezza – come, troppo spesso, la vera pena sia il processo, ed i suoi infiniti tempi”.