“Dopo oltre quattro mesi dall’insediamento della giunta, tranne qualche dimostrazione di buona volontà, la città di Foggia avverte un innaturale immobilismo in troppi dei nostri segmenti di governo cittadino”. Lo afferma il consigliere comunale di Forza Italia, Raffaele Di Mauro, che spiega: “In questi primi 150 giorni di amministrazione, il nostro atteggiamento è stato propositivo e la nostra opposizione volta all’aiuto con uno spirito di collaborazione perché è questione di intelligenza e maturità politica comprendere che chi, per la prima volta nella propria vita politica e professionale, giunge a prendere in mano le redini di settori importanti che governano una città, abbia bisogno di impararne regole e meccanismi. Il lavoro di più assessori – evidenzia Di Mauro – si sta però limitando ai saluti istituzionali in manifestazioni organizzate da associazioni e società civile, che vanno ringraziate per la loro laboriosità, altrimenti neanche i giornalisti saprebbero dell’esistenza di alcuni. Rimane totalmente irrisolto il problema della pubblica illuminazione, dei centri di aggregazione sociale chiusi, delle strade martoriate. Peggiorano invece i disservizi dei parcheggi, l’abbandono delle periferie, le condizioni delle vie centrali e dei suoi commercianti. Manca totalmente una visione complessiva per una città che deve puntare al futuro”.
Secondo il consigliere di opposizione ed ex candidato sindaco “l’azione politica di Conte di questi ultimi giorni (il caso Bari, ndr) decreta quel che da tempo notiamo anche in casa nostra: il fallimento di quel campo largo, rapporti lacerati, intolleranza tra componenti dei due partiti che dovrebbero essere gli assi portanti anche della nostra amministrazione. Pd e Movimento 5 Stelle, palpabilmente, mal si sopportano ad ogni latitudine e Foggia non è esclusa da questa situazione. Giuseppe Conte sia quindi consequenziale con quel che professa e chieda ai suoi assessori di lasciare la giunta Episcopo. Chissà che questo non comporti uno shock necessario affinché tutti gli altri inizino ad operare per la pubblica utilità piuttosto che per il proprio privato ego da salutino nei convegni”, conclude Di Mauro.