“Quello che sta avvenendo a Bari è qualcosa di scandaloso che deve far riflettere tutti, politica e cittadinanza”. Lo afferma Pierpaolo D’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo, Comune sciolto per mafia nel 2015, primo nel Foggiano, e coordinatore di Avviso Pubblico (associazione nazionale degli Enti locali antimafia).
“Più volte e da più parti – continua -, è stata rimarcata la necessità di innovare l’art. 143 del TUEL (D.lgs. 267/2000) relativo alla procedura di scioglimento dei consigli comunali, correggendone alcune storture a favore di una formulazione che preveda tra le altre cose un contraddittorio tra le parti, delle sanzioni anche per l’apparato burocratico (dove spesso si annida il vero condizionamento!) nonché una riforma dell’istituto del commissariamento, rendendolo ‘meno istituzionale e più umano’ e quindi più prossimo al cittadino. Fino ad oggi, sulla base delle esperienze maturate in provincia di Foggia, avevamo assistito ad insediamenti di commissioni d’indagine con poteri d’accesso e di accertamento motivate dalla necessità da parte dello Stato, per il tramite dei prefetti, di verificare la sussistenza di ‘concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori …’. Lo Stato! E non un gruppo di parlamentari, semmai in piena campagna elettorale!”.
Poi conclude: “Se così è, quella che oggi viene minata non è la credibilità del sindaco Antonio Decaro, persona e amministratore per bene, oppure la credibilità di una comunità come quella di Bari, fatta per la quasi totalità da persone oneste e laboriose al pari di quelle di Monte Sant’Angelo, Mattinata, Manfredonia, Cerignola, Foggia e Orta Nova, per citarne alcune. Ciò che oggi verrebbe completamente distrutta è la credibilità di uno Stato che si definisce democratico, dove una ‘squadra’ di parlamentari può condizionare un Ministro della Repubblica, sia esso dello stesso colore politico, sia esso di colore diverso. La lotta alla mafia deve essere trasversale”.