Il deficit sanitario della Regione Puglia è stato praticamente azzerato. Ieri la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità Rocco Palese, di concerto con il vicepresidente e assessore al Bilancio Raffaele Piemontese ha approvato una delibera con la quale sono stati “coperti” gli ultimi 39 milioni di euro di sbilancio nel settore sanitario pubblico per il 2023, destinando quote di avanzo vincolato di parte corrente da svincolare, come previsto dalla legge.
“Per la prima volta – spiegano Palese e Piemontese – la Puglia è a deficit zero per la sanità, avendo assorbito il deficit storico e quello arrivato dopo la pandemia e la fiammata inflazionistica dovuta ai conflitti, ai rinnovi contrattuali e alla situazione economica internazionale. Ci presenteremo il prossimo 21 maggio al tavolo congiunto del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia con i conti in ordine, anche in vista dell’uscita definitiva dal programma operativo. L’obiettivo raggiunto poi mette al riparo la Puglia dall’aumento automatico di tasse e accise. Infine, l’obiettivo arriva senza tagli ai servizi che invece aumentano, come dimostrano i risultati delle tabelle LEA nazionali con i livelli essenziali di assistenza migliorati grazie soprattutto al grande lavoro degli operatori sanitari, che ringraziamo. Occorre comunque vigilare perché il sottofinanziamento del servizio sanitario pubblico da parte del Governo centrale ci costringe sempre a stare attenti, altrimenti ci vuole molto poco a tornare indietro”.
“Si tratta sicuramente di un risultato storico – conferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – il cui merito va ascritto alla caparbietà e alla capacità degli uomini e delle donne delle strutture dei dipartimenti regionali coinvolti in questa opera di risanamento epocale. La Puglia della sanità ha tutti gli indicatori in miglioramento: ora occorre che i servizi per i cittadini continuino a migliorare, lavorando sempre di più a fianco di chi è al fronte negli ospedali e sul territorio, cui va il mio personale ringraziamento”.
Amati: “Regione sembra il padre che tappa i buchi dei figli indisciplinati”
“Bene ha fatto la Giunta regionale a coprire prontamente il deficit sanitario per il 2023, attraverso le risorse del fondo vincolato, così da provare a ottenere al più presto il rientro nella gestione ordinaria. E per questo ringrazio Emiliano, Piemontese e Palese. Non possiamo però continuare a coprire il deficit con risorse straordinarie oppure a contenere l’esplosione del deficit con provvedimenti di blocco delle assunzioni, tranne il turnover, come è stato fatto l’anno scorso. Tranne le strette alla spesa decisa dalla Regione, non c’è infatti alcuna traccia importante di efficienza nella gestione delle Asl”. Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Bilancio e programmazione, Fabiano Amati.
“La Regione e le tasse dei cittadini non possono essere accostati all’ipotesi dei genitori che risarciscono la scuola perché i figli, ossia i burocrati sanitari e quelli regionali che non riescono a controllare e monitorare, continuano a rompere le finestre e danneggiare i banchi – prosegue -. E vediamo i numeri, per comunicare al meglio la questione. Il deficit sanitario per il 2023 è stato di circa 39 milioni: meglio dell’anno scorso, ma ancora grave e per motivi generalmente diversi da una gestione oculata. Infatti: nel 2022 il deficit fu di circa 450 milioni, poi attestatosi a 144 milioni grazie al trasferimento della quota di euro 240 milioni a titolo di payback. E i 144 milioni di deficit furono coperti con una manovra di riduzione delle spese, deliberata dalla Giunta regionale, prelevando risorse da tutti i settori dell’amministrazione e utilizzando – come quest’anno – parte delle risorse del fondo vincolato. Nel 2023, invece, il deficit complessivo è risultato pari a circa 340 milioni, poi attestatosi a 39 milioni, perché compensato dal maggiore trasferimento di risorse statali, pari a circa 300 milioni. Insomma, la riduzione delle spese e degli sprechi è avvenuta, perlopiù, solo per i blocchi della spesa decisi dalla Regione, mentre il deficit prodotto dalle aziende sanitarie è stato solo leggermente inferiore rispetto al 2022. La riduzione di spese e sprechi, infatti, è stata registrata in misura leggerissima su farmaceutica e dispositivi, ma il tema sarà approfondito lunedì prossimo in Commissione, e per via del blocco delle assunzioni, ad eccezione del turnover e comprese le assunzioni delle Sanità service, e della riduzione della mobilità passiva, nella speranza che quest’ultimo dato si riveli come riduzione strutturale e non come fatto episodico. Mettendo in conto le eventuali differenze di virtù tra le diverse aziende, il dato generale suggerisce, dunque, alcune cose molto semplici. Siamo stati aiutati, generalmente, dalle maggiori entrate a contenere il disavanzo, piuttosto che da politiche aziendali aderenti alla migliore gestione manageriale. Eppure, ed è questa la cosa che più spiace, le maggiori risorse ottenute dallo Stato avrebbero dovuto essere destinate ad ampliare servizi e prestazioni, piuttosto che a contenere un deficit da inefficienza”.
“Nelle prossime settimane – aggiunge – dedicheremo una seduta all’analisi del bilancio sanitario generale e delle singole Asl, per rendere più chiaro il quadro e scomponendo le singole voci. Per ora basti dire che siamo di fronte a una continua disapplicazione o elusione delle disposizioni legislative e amministrative in materia di gestione efficiente da parte delle burocrazie sanitarie. Sarà questa la sfida dei prossimi mesi – conclude -, perché la Regione non può svolgere, usando risorse diverse da quelle destinate alla sanità, il ruolo di padre che tappa i buchi dei figli indisciplinati”.