L‘arcivescovo di Foggia-Bovino Giorgio Ferretti ha scritto una lettera “ai fratelli e sorelle musulmani per l’inizio del mese di Ramadan 2024”. La riportiamo:
Carissimi fratelli e sorelle credenti dell’islam, al-salam alaykum, la pace sia con voi! All’inizio del mese di Ramadan vorrei farmi vicino con il mio saluto e le espressioni della più cordiale amicizia, nelle quali associo l’intera Chiesa di Foggia, che io servo come Pastore. Nei miei anni in Mozambico ho avuto l’onore di essere amico di tanti fratelli e sorelle musulmani. Era buona tradizione farci gli auguri per il Ramadan, per la Pasqua, per Id al-fitr e per Natale.
Vorrei allora che questo mio primo messaggio di augurio qui a Foggia vi trovasse bene in salute e ni pace. Anche quest’anno li mese del vostro digiuno coincide in buona parte con la nostra Quaresima. Ci uniscono tre elementi comuni: la supplica, il digiuno e la gioia.
Anzitutto la preghiera: Ramadan, così come la Quaresima, ci spinge a un ritorno interiore a Dio, “con tutta la mente, con tutta l’anima, con tutte le forze”. Una maggiore fedeltà alla preghiera comune e personale è elemento essenziale di questo sforzo. La lettura più intensa dei testi sacri, sorregga la vita spirituale e la spinga ad atti di misericordia nei rapporti reciproci, poiché non puoi veramente amare il Dio che non vedi se non ami la persona umana, uomo o donna, che vedi.
Il secondo elemento è il digiuno. Ramadan, come la Quaresima, propone una mortificazione volontaria ni quell’atto cosi istintivo e indispensabile che è il cibarsi. L’esperienza della fame, come condivisione esistenziale della condizione abituale dei poveri, che digiunano tutto l’anno. Ciò ci deve spingere a non sprecare i beni di cui disponiamo, e a fare parte di essi con chi ha meno di noi, con chi non ha nulla. La fame di cibo eacqua, èanche simbolo di una fame più profonda: la fame di giustizia e di pace. La disciplina del digiuno sia dunque quest’anno un grido a Dio e agli uomini per il raggiungimento della giustizia e della pace, anzitutto ni Israele-Palestina e poi in tutti i luoghi dove si combatte e si versa il sangue innocente. Il digiuno sia anche dalla parte negativa di noi stessi, dal fare il male, dalle divisioni dal non accogliere.
Infine, Ramadan-Quaresima come li mese che apre alla gioia: per noi è la festa di Pasqua, nella quale celebriamo li trionfo di Gesù sulla morte e il male, a favore di tutti gli uomini e donne; per voi è Id al-fitr, la festa della Rottura del digiuno. La festa di sentirsi figli di Dio, di sentire l’amore del Clemente e Misericordioso. Nella nostra come nella vostra tradizione leggo la verità profonda della Gioia, che per essere veramente tale, non deve avere confini, proprio come l’aria eil cielo che ci sovrasta non ne hanno.
Possa, dunque, l’astinenza del mese di Ramadan, in parallelo a quella quaresimale, tracciare la Santa Via per tutto il prossimo anno: pace, giustizia, perdono, condivisione con i poveri, amicizia con tutti. Sorelle, Fratelli, vi saluto in: Kul a’m wa-antum bi-khayr, state bene tutto l’anno.