Sarà un one man show lo spettacolo di Gianni D’Angelo in programma il prossimo 22 marzo al Teatro del Fuoco, dal titolo “Nu Guaglione in concerto”, a cui parteciperanno tanti talenti e amici del giovane cantautore foggiano. Ampio spazio sarà dedicato al progetto sociale che ha portato alla realizzazione del video musicale “Guaglione”, sostenuto da Teatro Pubblico Pugliese, Fondazione Monti Uniti di Foggia, Csv Foggia e Consulta provinciale per la legalità.
“Ero già stato al Teatro del Fuoco per il Cantassori e altre manifestazioni, ma è la prima volta che ci arrivo con uno spettacolo tutto mio”, racconta a l’Immediato nello studio di registrazione della sua casa di produzione Magic Music al Villaggio Artigiani. “Ci saranno vari talenti del territorio, mi omaggeranno della loro presenza anche i due comici Fabio Conticelli e Dino La Cecilia. Poi ci sarà un mio caro amico, Virei, Vito Coccia, autore insieme a me del mio ultimo singolo Guaglione, sarà una serata mista. Avrò l’onore di ospitare il maestro di pianoforte Mario Sannoner, con delle esecuzioni di brani italiani, dei classici della nostra musica leggera”.
Lo spettacolo sarà anche una occasione benefica per donare un pianoforte all’oratorio della parrocchia del Sacro Cuore al Candelaro.
“Pure u più cattiv’ può cagna’” (Pure il più cattivo può cambiare), canta Gianni D’Angelo in Guaglione, il cui video girato con Cattleya Maestro ha ottenuto quasi 100mila visualizzazioni. Da sempre l’artista, pianista talentuoso, crede nel potere educativo della musica nei quartieri più disagiati.
Al piano ci accoglie con Perdere l’amore di Massimo Ranieri e Caruso di Lucio Dalla, due brani simbolo della vocalità della musica italiana.
“Io canto la musica melodica napoletana, ma non non mi definisco neomelodico perché questa è sempre una targhetta sminuente, dispregiativa che la gente usa per disprezzare il nostro genere di musica. Sono un cantautore foggiano, non ho ancora mai cantato in dialetto foggiano, ma ho qualcosa in serbo. Di certo il napoletano ha un exploit più alto, chi disprezza artisti come Geolier e li affianca a comportamenti criminali dice cose false, solo perché non ama la musica napoletana. Se uno racconta una storia come Mare Fuori, Gomorra, storie di ragazzi che hanno vissuto difficoltà, gli viene naturale esprimersi con la musica napoletana e con l’hip pop napoletano. Non possiamo continuare a ghettizzare questi ragazzi che si sentono presi in causa perché hanno avuto una brutta infanzia e un vissuto difficile. Tanti hanno scritto cose pesanti sul mio conto, senza conoscere la mia persona e il mio passato, ma nei videoclip sei un personaggio, sei Gianni D’Angelo, al di fuori nessuno sa che persona sono, se sono fragile o se stavo passando un periodo buio. Hanno scritto cattiverie sui social, una persona meno forte di me sarebbe potuta cadere in una brutta depressione, le parole feriscono”.
D’Angelo ha seguito tutta la polemica che ha accompagnato Geolier a Sanremo. L’hip hop napoletano, da Clementino a Luchè, intercetta un pubblico giovane amplissimo, che non coincide più col pubblico che negli anni Ottanta amava Nino D’Angelo o negli anni Novanta il primo Gigi D’Alessio.
“Su quel palco contano i numeri e Geolier i numeri li fa fuori, poteva arrivare anche ultimo, avrebbe vinto lo stesso. Ha già vinto un disco di platino, la musica napoletana si è evoluta, funziona, piace alla gente. Non è più ghettizzata a strati sociali subalterni”.