Domani 8 Marzo si celebra la Giornata internazionale della Donna: la Regione Puglia ha approvato in Giunta, nell’occasione, il Bilancio di Genere. Il documento di rendicontazione di genere si inserisce nell’ampia cornice definita dal Programma di governo della Regione Puglia, che come previsto dall’Agenda ONU 2030, si prefigge di “dare un forte impulso alle politiche di genere, in tutti i settori, e alle pari opportunità” con due punti focali del Programma di governo “L’importante è partecipare, alla pari” e “Puglia 4.0 pronti per la sfida”.
Questo impegno ha permesso alla Regione di essere la prima, tra le regioni italiane, a dotarsi di una strategia regionale per la parità di genere come l’Agenda di Genere, nata per garantire la parità sostanziale sia nell’ambito della Pubblica Amministrazione regionale sia nelle comunità territoriali, tra i cittadini e le cittadine pugliesi.
Il Bilancio di Genere della Regione Puglia 2021-2022 rappresenta non solo uno strumento di rendicontazione volto a comunicare il percorso della Regione Puglia verso il raggiungimento dell’equità di genere a beneficio della trasparenza dell’azione amministrativa (accountability), ma anche, e soprattutto, uno strumento di programmazione e controllo che orienta lo stesso decisore pubblico regionale nell’individuazione delle scelte di policy e nel monitoraggio del loro stato di attuazione.
“La questione di genere – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – è al centro del dibattito politico nazionale e internazionale. Il principio di parità è elemento distintivo dell’evoluzione di un Paese e nel nostro caso segna un’altra tappa importante di un percorso politico, culturale e amministrativo iniziato anni fa. È bene ricordare che la Regione Puglia ha dedicato due obiettivi strategici del suo attuale programma di governo alla parità di genere.
Nonostante la rilevante attenzione dedicata al tema, c’è ancora da lavorare per colmare il divario di genere. Approvare un bilancio di genere, oggi, significa innanzitutto comunicare in trasparenza le scelte politiche e i risultati degli interventi regionali, rinnovando il rapporto di fiducia tra l’Ente e la collettività.
In secondo luogo, significa aver colto una delle sfide principali del nostro tempo ovvero l’adozione di nuovo approccio culturale che rende le questioni di genere non un problema per/delle donne, ma la chiave per lo sviluppo del benessere collettivo”.
Secondo la consigliera del Presidente per l’attuazione del programma, Titti De Simone “attraverso la redazione del Bilancio di genere la Regione Puglia si pone l’obiettivo di perseguire al contempo almeno tre obiettivi: accrescere la consapevolezza dell’impatto che le politiche pubbliche possono avere sulle diseguaglianze di genere; assicurare una maggiore efficacia degli interventi, tramite una chiara definizione di obiettivi di genere da tenere in considerazione anche nell’individuazione delle modalità di attuazione; promuovere una maggiore trasparenza della pubblica amministrazione, attivando meccanismi tesi a evidenziare pratiche potenzialmente discriminatorie”.
In tal senso il Bilancio di Genere si è posto dunque i seguenti obiettivi: accrescere la consapevolezza dell’impatto che le politiche pubbliche regionali possono avere sulle diseguaglianze di genere; assicurare una maggiore efficacia degli interventi, tramite una chiara definizione di obiettivi di genere da tenere in considerazione anche nell’individuazione delle modalità di attuazione; promuovere una maggiore trasparenza della pubblica amministrazione, attivando meccanismi tesi ad evitare pratiche potenzialmente discriminatorie.
Il processo di rendicontazione è stato promosso dalla Consigliera per l’attuazione del programma di governo ed è stato coordinato dalla Sezione per l’attuazione delle Politiche di Genere in collaborazione con la Fondazione Ipres e con tutte le strutture regionali.
Il Bilancio proposto si pone in continuità con le edizioni passate, ovvero con i documenti di accountability del 2020 e del 2018, e si integra con gli altri documenti regionali di programmazione e controllo.
Al tempo stesso, rispetto ai Bilanci precedenti, segna l’inizio di un percorso di emancipazione delle questioni di genere rispetto alle più generali questioni sociali sull’esempio del bilancio di genere dello Stato.