“Per molto meno, in altri casi, c’è stato lo scioglimento del Consiglio comunale. Chiederò, quindi, alla Commissione Antimafia di acquisire gli atti dell’inchiesta e di approfondire gli aspetti collaterali che coinvolgono indirettamente l’amministrazione comunale anche solo per inerzia e assenza di controlli”. Lo ha detto il vicepresidente della commissione nazionale Antimafia e commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis dopo l’inchiesta “Codice Interno” sui legami mafia-politica a Bari. Ieri Dda e polizia hanno arrestato 130 persone tra cui i boss del clan Parisi-Palermiti, la consigliera comunale Mari Lorusso, il padre oncologo Vito e il marito della donna, Giacomo Olivieri, avvocato ed ex consigliere regionale, presunto collante tra le organizzazione criminali e i colletti bianchi.
Olivieri avrebbe procacciato voti alla moglie nel mondo della malavita durante la campagna elettorale del 2019. Inoltre, le carte dell’inchiesta raccontano le infiltrazioni della mafia in Amtab, l’azienda dei trasporti barese, municipalizzata del Comune. I boss l’avrebbero utilizzata per piazzare alcuni dipendenti a loro vicini.
Davide Bellomo, deputato della Lega: “Presto si svolgeranno le primarie per scegliere il candidato sindaco della sinistra a Bari. La vicenda di oggi alimenta le preoccupazioni sulla legittimità democratica dell’uso di tale strumento con le regole attuali”.
“La situazione finanziaria dell’Amtab ci preoccupava già tantissimo, ma il bilancio che non si riusciva a far quadrare per 4 milioni era solo la punta di un iceberg che oggi è andato a sbattere contro il peggior incubo per un sindaco: le infiltrazioni mafiose all’interno dell’azienda di trasporto pubblico locale”. Questa la riflessione del consigliere regionale e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Michele Picaro: “Una penetrazione così capillare che anche le assunzioni venivano fatte ‘rispettando’ i vertici dei clan. Garantisti come siamo non puntiamo il dito, né utilizziamo l’importante inchiesta giudiziaria per fare la campagna elettorale (così come è d’uso fare il centrosinistra), ma invitiamo per prima il sindaco Antonio Decaro a una profonda riflessione, non solo perché è primo cittadino da 10 anni, ma perché la mobilità urbana è stata sempre uno dei suoi principali interessi, per questo oggi ci chiediamo: è mai possibile che in 10 anni di amministrazione non si sia mai accorto di nulla? E allora è evidente che qui a fallire è prima di tutto la politica, quella che a parole dice di contrastare la mafia e i metodi mafiosi, ma poi non si accorga che in una sua azienda partecipata pare ci fosse una gestione esterna e malavitosa. Oggi più di ieri, quindi, abbiamo il dovere di rileggere anche le dimissioni avvenute in questi anni da parte di presidenti dell’azienda. Un fallimento della politica che da 20 anni governa Bari e la Puglia e che come centrodestra oggi ci spinge a non ripetere gli errori del passato. In questo scenario è evidente che se dopo vent’anni nulla è cambiato occorre ripartire da una rigenerata classe politica e dirigente della città di Bari sostenuta dal moto d’orgoglio dei baresi”.
Sulla vicenda è intervenuto lo stesso sindaco Decaro: “Non ho mai incontrato esponenti del clan Parisi se non nelle aule di tribunale per averli denunciati o in qualità di parte civile per il Comune di Bari, come nel processo contro l’attività estorsiva nei confronti degli imprenditori edili della città. Come è stato dichiarato dalla stessa Procura in conferenza stampa, l’attività dell’amministrazione comunale di Bari è sempre stata nella direzione della lotta alla criminalità organizzata”.
Infine, il governatore Michele Emiliano: “Desidero esprimere il mio plauso per l’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari che ha portato all’emissione di 130 misure cautelari per reati molto gravi, con l’impiego di oltre mille agenti della Polizia di Stato. Per la comunità pugliese questo incessante lavoro di repressione della criminalità organizzata è fondamentale. Chi decide di delinquere deve sapere che qui i presìdi di legalità reagiranno sempre, in maniera decisa, a ogni logica mafiosa. Giungano alla Magistratura e alla Polizia di Stato i sentimenti di gratitudine per l’imponente lavoro svolto”.