Nell’ultima settimana diverse scosse di terremoto sono state registrate tra il Gargano e la Croazia in pieno mare Adriatico, La più forte venerdì di magnitudo 4.7, avvertita indistintamente lungo tutta la costa garganica, ma anche nell’entroterra foggiano. Cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto al sismologo del Dipartimento di Scienze della terra e geoambientali presso l’Università di Bari, Nicola Venisti.
“Il Mediterraneo – ha spiegato a l’Immediato – dal punto di vista geologico è giovane, e pertanto in continua evoluzione. Anche nel nostro mare Adriatico l’attività sismica è legata alla geodinamica del Mediterraneo, ed ecco le frequenti scosse di terremoto. Pensate che tra il 1985 ed oggi ci sono stati una trentina di terremoti di magnitudo inferiori a 4. L’ultimo di magnitudo 4.7 in Puglia, soprattutto sulla costa del Gargano è stato avvertito dalla popolazione. Non dimentichiamo che la provincia di Foggia è un’area sismica, dove l’attività tellurica è più frequente rispetto al resto della Puglia. Le cronache ci riportano indietro nel tempo al 1627 quando si verificò un forte terremoto che le ricostruzioni storiche ci attestano intorno al 6.7 di magnitudo sul versante nord del Gargano in corrispondenza del laghi di Lesina e Varano. Seguì un maremoto con onde anomale che addirittura svuotò i due bacini lacustri spingendo pesci e molluschi fino alla Foresta Umbra”.
C’è da preoccuparsi? I terremoti non si prevedono. Una cosa è certa: occorre fare prevenzione stare attenti dove si costruisce”. Da questo punto di vista la Puglia è nettamente avanti ad altre regioni. “Sicuramente – aggiunge il sismologo -, in Puglia sono iniziati gli studi di microzonazione sismica per vedere come le rocce rispondono alle onde sismiche. Ogni comune si sta dotando di carta geologica, e con la Protezione civile, Università, CNR e Asset Regione Puglia abbiamo iniziato il monitoraggio sui fabbricati. Si sta lavorando su ben 84 comuni pugliesi, su tutti i 61 del Foggiano sicuramente. Anche perchè la Capitanata ha ben 11 località (tutte sui Monti Dauni) classificate in zona 1: Accadia, Anzano, Candela, Monteleone di Puglia, Ascoli Satriano, Sant’Agata di Puglia, Panni, Rocchetta Sant’Antonio, Deliceto e Bovino”. Il Dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Bari, oltre a collaborare per gli studi microzonazione sismica con il prof. Vincenzo Del Gaudio, ospita una sezione dell’INGV, e con il progetto Otrions, curato dal prof. Andrea Tallarico, studia e monitora l’attività sismica sul Promontorio del Gargano.