Mafia, movida e mondo della notte. Il recente maxi sequestro di 2,5 milioni di euro al boss di Foggia, Rocco Moretti ha riacceso l’attenzione degli inquirenti sugli affari della criminalità organizzata nel mondo dell’intrattenimento.
Secondo le carte del tribunale, il 74enne capomafia detto “Il porco”, oggi al 41 bis a L’Aquila, “ha immesso i capitali illeciti anche nel settore dell’intrattenimento e della somministrazione di bevande e alimenti, avendo egli gestito la discoteca Histoire, attualmente non più attiva”. Una vicenda confermata dal pentito Carlo Verderosa, ex morettiano: “So che la moglie di Leo di Torremaggiore (che per gli inquirenti è Leonardo Chiarelli) lavorava alla cassa della discoteca e che la discoteca anni addietro era gestita dai figli di Federico Trisciuoglio e cioè Giuseppe e Fabio. La prima volta che andai mi informarono che la discoteca era di Pasquale (figlio del boss Rocco, ndr), cosa per altro nota. La gestione era di fatto in capo a Pasquale Moretti, suo figlio Rocco Jr., Leo di Torremaggiore e Nicola Valletta. Tutti amici nostri”.
L’Histoire è stata per anni un punto di riferimento per molti foggiani amanti delle serate danzanti che nel locale di via Napoli hanno ballato e si sono innamorati, molti di loro inconsapevoli del fatto che stavano arricchendo le tasche del clan Moretti, il più potente e spietato della città.
Stesso discorso per un altro pezzo di storia della movida foggiana, il “Villa Hermosa” in località Posta del Falco a Manfredonia, discoteca inaugurata nel 1995 e rimasta aperta per quasi due decenni. Il locale, tappa obbligata per i giovani del golfo e di tutto il Gargano e oltre, venne citato nelle carte di una della maggiori inchieste contro la mafia dei montanari capeggiata dai fratelli Li Bergolis.
Parlando di Michele Santoro detto “Mangiafave”, factotum del clan, gli inquirenti scrissero: “Il ruolo del Santoro era quello di braccio destro di Franco Li Bergolis con cui condivideva non solo la comune affectio societatis ma molte delle decisioni criminali che hanno contribuito a ridare vigore al gruppo all’esito delle assoluzioni del processo ‘Gargano’ e che con lui aveva deciso di realizzare l’uccisione di Matteo Mangini componente del clan rivale. Santoro gestiva con Franco Li Bergolis il locale discoteca Villa Hermosa dove venivano visti in più occasioni. Aveva inoltre acquistato un appartamento a Manfredonia del valore di 200mila euro versandone 30mila, denotando in tal modo una notevole disponibilità di denaro”.
Quelli erano gli anni dello “sbarco” a Manfredonia dei montanari, guidati dai fratelli Armando, Matteo e Franco Li Bergolis detti “Calcarulo”, nipoti dello storico capomafia Francesco Li Bergolis detto “Ciccillo” ucciso nel 2009.
Franco Li Bergolis, il più piccolo dei tre, fu padrone indiscusso del “Villa Hermosa” con il fidato amico “Mangiafave”. Nel loro privè parlavano di affari e ricevevano amici o persone in cerca di aiuti. Tutto il Gargano era ai loro piedi.
Oggi, in seguito al processo “Iscaro-Saburo”, i montanari sono in cella. Franco Li Begolis è all’ergastolo per mafia e per essere stato il mandante dell’omicidio Mangini. I fratelli Armando, capo del clan, e Matteo stanno scontando in via definitiva circa 27 anni di galera. Santoro è stato invece ucciso nel 2003 per contrasti interni al clan.