Un errore medico su un paziente minore costerà all’Asl di Foggia 470mila euro. La cifra – inizialmente il danno era stato dichiarato “indeterminabile” – è il frutto di un accordo transattivo tra il legale della famiglia e l’azienda sanitaria, sulla base del contenzioso civile iniziato nel 2020 presso il Tribunale di Foggia.
La vicenda, particolarmente complessa, è partita dall’accertamento della “errata condotta medica dei sanitari del presidio ospedaliero di Cerignola”. L’avvocato difensore dell’Asl, Rossella Spada del foro di Foggia (per il merito è stato conferito l’incarico all’avvocato Maria Teresa Antonucci), aveva inizialmente rappresentato la richiesta della controparte di “definire il contenzioso in tale sede mediante il pagamento della complessiva somma di 950mila euro oltre spese di causa, successivamente ridotta ad 839mila euro oltre spese di causa”.
Ma viste le “articolate controdeduzioni” dei consulenti tecnici d’ufficio (Alberto Pedone e Giuseppe Fanizza) e dei consulenti tecnici di parte per l’Asl (il direttore della Medicina Legale Giuseppe Russi e la dirigente del Rischio Clinico Carmela Fiore), per le quali non si poteva stabilire una “puntuale valutazione”, il contenzioso è andato avanti fino alle relazioni tecniche finali.
A questo punto, il Tribunale ha formulato una proposta conciliativa a “saldo e stralcio in favore di tutte le parti in causa” (i genitori) per 581mila euro. “A seguito di riunione del Comitato Valutazione Sinistri Aziendale – è riportato nell’atto firmato dal direttore generale Antonio Nigri -, con la partecipazione del legale della Azienda officiato del contenzioso, dopo ampia discussione, si condivideva la opportunità e convenienza per l’Ente di aderire alla composizione bonaria come innanzi rappresentata, sia in esito alle conclusioni finali della Consulenza Tecnica di Ufficio, che in virtù della rideterminazione migliorativa dell’importo a titolo di risarcimento danni quantificato dal Giudice rispetto a quanto proposto transattivamente dal legale di parte attorea in sede di A.T.P. e rifiutato da quest’Ente”.
Alla fine del 2023 è arrivata la proposta della controparte, migliorativa rispetto a quella indicata dal Tribunale, che ha stabilito l’importo di 470mila euro (oltre le spese di causa e accessori). “Questa azienda – conclude l’Asl in delibera – nelle more della udienza ex art. 309 cpc, con atto di transazione stragiudiziale, intercorso tra le parti di causa, al solo fine transattivo, senza riconoscimento alcuno delle avverse pretese, ma al solo scopo di evitare l’alea del giudizio, si obbliga al pagamento, in favore di tutte le parti attoree, che dichiaravano di accettare con rinuncia espressa ad ogni ulteriore azione e dichiarazione di più nulla a pretendere dalla ASL FG in ragione dei fatti oggetto della presente transazione, la somma complessiva e omnicomprensiva di 470mila euro, in linea capitale, ripartita tra le parti attoree come indicato in transazione, oltre al rimborso delle spese documentate di CTU e al rimborso delle spese legali di entrambi i gradi del giudizio, che ‘su richiesta delle parti verranno corrisposte ai difensori costituiti in ragione del 50% cadauno’, nella misura complessiva di 17.637 euro, già comprensive di oneri accessori come per legge, oltre 642,74 euro per anticipazioni di causa”.