“La Giunta regionale pugliese ha rispettato quanto previsto dal Decreto Legge 95 del 2011”. Lo afferma in una nota l’assessore regionale pugliese alla Sanitá, Rocco Palese, che rispondendo a quanto dichiarato da alcuni consiglieri regionali della provincia di Foggia dopo l’inchiesta de l’Immediato, spiega: “Il Decreto Legge 95/2011 stabilisce che i tetti di spesa destinati alle strutture accreditate a gestione privata, sono bloccati. La Regione Puglia, da tempo, all’interno di questo perimetro di legge, ha fatto una ulteriore divisione con due Delibere distinte: un tetto di spesa globale per tutti gli Enti Ecclesiastici; un altro per tutte le altre strutture accreditate a gestione privata”. Una risposta che sarebbe esaustiva, se non fosse che i tetti di spesa (volume massimo prestazioni remunerabili) e i fondi per la riduzione delle liste d’attesa (prestazioni aggiuntive) sono due questioni differenti.
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“L’Ente Ecclesiastico di San Giovanni Rotondo a fine 2023 ha comunicato alla Regione che non sarebbe stato in grado di raggiungere il tetto di spesa che le era stato assegnato ad inizio anno, per 6 milioni di euro. Quindi la Giunta Regionale, in modo trasparente e nel pieno rispetto del Decreto 95/2011, ha redistribuito quelle risorse (la cui destinazione è bloccata dallo stesso Decreto) tra gli altri Enti Ecclesiastici operanti sul territorio regionale. Dispiace che, per alzare polveroni politici, qualcuno possa anche solo ipotizzare che questo Governo regionale abbia preferenze per questa o quella provincia pugliese. Quello che ci anima – conclude Palese – non é certo il campanilismo, bensì garantire, nel rispetto delle Leggi come abbiamo fatto, il corretto e trasparente utilizzo delle risorse destinate a garantire il diritto alla salute ed alla cura di tutti i cittadini pugliesi”, conclude. Ancora una volta, il comunicato non risponde nel merito: perché la Regione nel 2021 ha ricollocato le risorse sul territorio barese mentre adesso le sposta dalla provincia di Foggia alle altre strutture pugliesi?