La pace all’interno del campo largo si è sancita sulla presidenza del Consiglio. La sindaca Maria Aida Episcopo, in maniera forse irrituale, ha proposto il nome di Lia Azzarone chiedendo alle opposizioni coesione e condivisione, offrendo l’opzione della vicepresidenza.
“Lia Azzarone ha lunghissima esperienza e ha dato la sua disponibilità totale a guidare l’aula senza condizionamenti e limitazioni personali”.
Dopo un aspro dibattito sul regolamento comunale e la necessità secondo gli eletti Giuseppe Mainiero e Nunzio Angiola di seguire la gerarchia delle fonti e votare in maniera segreta anziché palese.
“Tutti noi siamo chiamati a rappresentare Foggia con dignità e passione, facendo nostre le aspirazioni all’innovazione e al cambiamento. La presidenza rappresenta una figura di garanzia. Indirizzo e controllo. Sono pronta ad esercitare il mio compito nel rispetto delle diversità. Auguro buon lavoro alla sindaca Maria Aida Episcopo. Auguro il meglio alla mia città, alla nostra Foggia”. Le prime parole di Azzarone che ha evidenziato come per la prima volta due donne ricoprano gli incarichi di sindaca e presidente del Consiglio. Episcopo non ha trattenuto le lacrime.
È stato il pentastellato Giovanni Quarato a spiegare l’inversione di rotta del M5S. “Bisogna essere uniti in sfide difficili, i cittadini si aspettano tantissimo da noi. Non è importante arrivare primi, ma arrivare bene. Ci viene chiesto di votare per il presidente del Consiglio. In questi giorni c’è stata una grande dialettica, noi avevamo proposto una alternativa. C’è stata una discussione vivace, nel merito politico. A seguito dell’appello della sindaca riteniamo di dover essere uniti e compatti, dobbiamo dare alla città una immagine di un gruppo di persone che vuole lavorare. Nonostante i nostri vertici ci abbiano dato libertà di voto, siccome questa è una scelta delicata e riteniamo che la figura della consigliera Azzarone sia valida, per la sua esperienza, accogliamo la proposta della sindaca”.
Duro invece Antonio De Sabato: “Tanti cittadini ci chiedono trasparenza. A me pare che Lia Azzarone non garantisca la neutralità che l’organo deve garantire in quanto presidente regionale del Pd. C’è stato un successo mai visto dei civici, ritengo che quel ruolo possa essere gestito da parte del professore Angiola per i suoi meriti e per l’enorme successo ricevuto. Questa è la garanzia di imparzialità e trasparenza”.
Molto pacato l’intervento di Raffaele Di Mauro che ha sottolineato “la novità della solitudine” della sindaca.
“Abbiamo cominciato un consiglio comunale senza conoscere gli assessori. Resta una questione politica, sulla importanza sulla funzione che si accingerà a svolgere – ha detto rivolto alla prima cittadina -. Il non essersi dimessa sembra voler dire che rimane nella sua comfort zone. Sembra voler dire che non si ha la fiducia dei partiti che l’hanno sostenuta. Deve il rispetto ad una comunità e deve essere guida autorevole, mettendo da parte il comfort del proprio ufficio. Sindaco ha deciso di adottare una formula ibrida, che le lascia la tranquillità del ritorno. Anche la giunta all’ultimo minuto. Si chiama la sindrome dall’ultimo minuto. La procrastinazione. Noi da parte nostra saremo sgorbutici e leali. La figura del presidente non è una figura di spartizione. Sul nome di Lia Azzarone non c’è nessuna pregiudiziale, la riteniamo addetta al ruolo. Ma la richiesta fatta solo oggi non può vederci d’accordo e pertanto ci asterremo e proponiamo Concetta Soragnese vicepresidente”.
A tal proposito la sindaca ha voluto dare uno scoop, riferendo di essersi dimessa anche da dirigente dell’ufficio scolastico provinciale. “Mi sono dimessa l’8 novembre. Denuncerò chi ha creato allarme sociale se vinco quel ricorso. Se perderò lascerò sportivamente non perché sono una delinquente. Ho fatto uno scoop, la sua gentilezza merita questo Di Mauro”.
Ha parlato di “quaresima istituzionale” Lino Dell’Aquila salutando il ritorno della politica dopo due anni di commissariamento.
A Francesco Strippoli è andato il ruolo di puntellare la nuova pace. Su Amiu, consumo di suolo e molte altre questioni il M5S continuerà ad essere vigile.
Angiola ha chiesto la presidenza per le opposizioni. Mentre invece Pasquale Cataneo si è astenuto ancora una volta, mostrando più di un malumore per l’estromissione di Italia del Meridione dall’esecutivo, candidandosi a rappresentare le forze del campo di largo che non ha avuto eletti.
Quando è arrivato il momento dell’elezione, Lia Azzarone è stata votata alla prima votazione con 19 voti, tutti quelli della maggioranza meno l’assente Mario Dal Maso e l’astenuto Pasquale Cataneo. 4 voti per Nunzio Angiola scelto dai quattro civici, Angiola appunto, Antonio De Sabato, Stefania Rignanese e Giuseppe Mainiero e 9 astenuti (il centrodestra più il meridionalista).
Essendo mancati i quattro quinti, pari a 26 voti, si è andato avanti alla seconda votazione, che ha avuto lo stesso risultato.
Lia Azzarone è stata eletta alla terza votazione.