Una Dia sempre più vicina al cittadino. La Direzione investigativa antimafia di Foggia, diretta dal romano Paolo Iannucci, potenzia il proprio settore comunicativo aprendosi maggiormente alla provincia. Nuovi locali nella sede di Piazza Italia dove è stata allestita un’accogliente sala stampa. Inoltre, nei primi mesi del 2024, alcuni spazi saranno destinati ai magistrati della Dda di Bari molto spesso a Foggia per i vari processi contro i clan mafiosi della zona.
Iannucci, colonnello dei carabinieri, ha poi parlato del calendario della Dia tornato in pubblicazione in seguito alla riorganizzazione territoriale della direzione investigativa. Mancava da circa 20 anni. “Arrivare nell’immaginario della gente per noi è fondamentale”.
“Mafia foggiana non è rudimentale e primitiva ma si sta evolvendo. Compie operazioni complesse sui mercati economici”
Inevitabile fare un punto sulla lotta alla mafia foggiana che secondo Iannucci è sempre più abile nell’intercettare i soldi condizionando il mondo dell’imprenditoria. Un cambio di passo emerso soprattutto in operazioni come “Grande Carro” e “Omnia Nostra”. Il narcotraffico resta il business principale e la maggior fonte di reddito di boss e picciotti. Dalla droga si ricava il cash utile per pagare i sodali, assicurare quindi stipendi, sostenere spese vive e spese legali. Nel frattempo prosegue l’aggressione ai patrimoni: circa 11 milioni di euro sottratti alla malavita soltanto nel 2023.
“La mafia foggiana non è rudimentale e primitiva ma si sta evolvendo – ha rimarcato Iannucci -. Negli ultimi anni si è molto evoluta. Bisogna considerare che è più giovane delle mafie tradizionali e che le vecchie faide hanno rallentato i processi evolutivi”. Oggi, però, i clan hanno fatto il salto di qualità. “Lo dimostrano le interdittive antimafia (83 dal 2020) a carico di società che cercano fondi pubblici”. Dalle risorse dell’Unione europea passando per il Psr o anche il giro di fatture false “estero su estero” fino alle erogazioni pubbliche per l’allevamento dei bovini. “Una serie di operazioni complesse sui mercati economici”.
Iannucci ha infine evidenziato il caso Manfredonia dove il blitz “Omnia Nostra” ha svelato l’intenzione dei clan di impadronirsi del mondo ittico, un settore nevralgico per il territorio. “Terra e mare, la mafia voleva prendersi tutto”.