“Nell’ottocentesimo anniversario della erezione del palazzo imperiale di Federico II a Foggia che ricorre nel 2023 registriamo un totale disinteresse, che è stato in precedenza della gestione commissariale ed ora della neo eletta sindaca Episcopo, verso questo storico e irripetibile appuntamento”. Lo scrivono in una nota il consigliere comunale Nunzio Angiola e Antonino Foti, professore dell’Accademia delle Belle Arti, entrambi del progetto Foggiapiù.
Da inizio anno non è stata detta una sola parola al riguardo e non è stato fatto praticamente nulla e ciò nonostante gli appelli del mondo della cultura e citiamo per tutti l’eloquente intervento della professoressa Francesca Di Gioia sulle pagine di una nota testata del nostro territorio. Una ennesima occasione perduta. In altre realtà, sarebbero stati organizzati festeggiamenti importanti che avrebbero trovato la trasversale condivisione di tutte le forze politiche e prima ancora di tutti i cittadini.
Purtroppo Foggia, già tristemente nota per la sua disaffezione verso la sua storia gloriosa, è e continua ad essere tagliata sistematicamente fuori dai circuiti federiciani e questo costituisce motivo di amarezza, oltre che di evidente nocumento per la città sotto l’aspetto turistico ed economico in generale. I giovani che cercano lavoro restano increduli e inermi di fronte a tali inadeguatezze.
Il palatium dello Stupor Mundi, i camminamenti sotterranei che costituiscono una testimonianze dell’Epoca imperiale; Masseria Pantano, residenza di caccia di Federico II, un rudere salvato per miracolo dalla bulimia immobiliarista; il portale della residenza imperiale collocato sulla facciata del Museo Civico e la chiesetta di San Lorenzo in Carmignano, presente già nel XII secolo e per anni abbandonata a se stessa, vanno tutti assolutamente rivalutati per favorire uno sviluppo turistico dal forte potenziale.
La neo sindaca, alla quale non si possono di certo attribuire tutti i mali di Foggia, ha comunque il dovere, da prima cittadina e donna di cultura, di accelerare il processo di recupero, rivalutazione e rilancio legato alla nostra storia millenaria. L’auspicio è che si prenda atto di questi annosi ritardi e che si dia finalmente una svolta culturale alla città, rispettando le istanze di migliaia di cittadini che attendono da anni la riemersione di Foggia dalle sabbie mobili della sciatteria amministrativa e della trascuratezza rispetto ai temi della cultura.
Rispetto alla celebrazione dell’ottocentesimo anniversario della fondazione del palazzo di Federico II, se non si riesce purtroppo e sciaguratamente a fare qualcosa entro fine anno, lo si faccia entro fine gennaio, ma qualcosa si faccia, per favore. Non scade mai il tempo per fare le cose che dovevano essere necessariamente fatte”.