Potrebbe già essere a uno snodo cruciale, a soli sei mesi dall’insediamento, il mandato di Lorenzo Lo Muzio da rettore dell’Università di Foggia. Rumors nella comunità accademica paventavano sue dimissioni legate tuttavia a un nuovo incarico presso il Ministero della Salute (il ministro Orazio Schillaci è amico personale e soprattutto estimatore personale di Lo Muzio da lungo tempo), ma tanto è bastato per avanzare ipotesi e possibili nuovi scenari (tutti smentiti poiché il rettore non ha mai confermato questa eventualità nemmeno ai suoi più stretti collaboratori).
Ciò nonostante una recente inchiesta del Corriere del Mezzogiorno avrebbe inquinato il clima in via Gramsci alla luce di una presunta parentopoli generata dall’assunzione a tempo indeterminato del figlio della decana d’ateneo Lucia Maddalena e dall’attribuzione di due borse di studio a sua nuora. Sarebbero seguiti due esposti depositati presso la Procura di Foggia da altrettanti concorrenti alle rispettive graduatorie. Si ricorda ai lettori che un vecchio codice etico, introdotto dall’ex rettore Giuliano Volpe nel 2008 e accolto con grande favore proprio dalla professoressa Maddalena, vieterebbe sia l’assunzione a tempo determinato e indeterminato sia l’attribuzione di qualsiasi borsa di studio a parenti di qualsiasi grado del corpo docente, presunta violazione resa ancor più grave dal fatto che prima di concorrere a qualsiasi titolo i candidati dovrebbero firmare un’attestazione di assenza di vincoli di parentela con l’organo che l’ha bandito. Comportamenti contra lègem che si farebbero addirittura più audaci nel caso del delegato rettorale all’Erasmus Daniele Stasi, la compagna del quale ha vinto una borsa studi quando non avrebbe nemmeno potuto parteciparvi.
La tenuta etica e quell’invito a Paciello che smentì l’esistenza della mafia a Foggia
Tutto ciò si somma ad altri precedenti che non avrebbero fatto brillare l’università e in particolare proprio il dipartimento di Economia, Management e Territorio diretto da Maddalena. Lo stesso che, su iniziativa della docente Francesca Cangelli, ospitò il direttore de l’Attacco Piero Paciello che in un incontro con gli studenti (riportato in esclusiva da l’Immediato) smentì l’esistenza della mafia a Foggia e contestò le procedure che avevano portato Prefettura e Viminale a interdire per mafia rispettivamente la coop Tre Fiammelle dell’imprenditore Michele D’Alba e l’amministrazione comunale dell’ex sindaco Franco Landella.
A rischio il dipartimento DEMeT, verrebbe meno la “soglia minima”
Che c’entra tutto questo con il mandato di Lo Muzio? C’entra perché nel frattempo circa 40 docenti trasversalmente rappresentati, alcuni dei quali anche del DEMeT, hanno esposto al rettore la necessità di costituire un nuovo dipartimento in Scienze sociali. Dal momento che però verrebbe meno la cosiddetta “soglia minima” del DEMeT, l’unico scenario possibile sarebbe quello della sua chiusura a soli tre anni dalla costituzione di uno dei fiori all’occhiello del breve “mandato gotico” (come lo chiamano alcuni docenti, ovvero «di sola facciata») made in Pier Paolo Limone. Ne ha scritto anche Repubblica Bari proprio ieri: “A tenere banco in queste ore è la questione relativa alla possibile ‘spaccatura’ del Demet – si legge – che ha come missione la produzione di conoscenze innovative di cultura manageriale, finanziaria e tecnologica per il progresso economico, sociale e sostenibile dei territori”.
Inoltre si registrerebbero scontri nella governance accademica che, seppur legittimi, denotano un clima piuttosto fumantino. Per tacere dell’inchiesta della Guardia di Finanza sul concorso per le progressioni interne del personale bandito lo scorso marzo, che secondo fonti investigative avrebbe portato all’iscrizione nel registro degli indagati di una persona e starebbe richiedendo il passaggio al setaccio di tutti gli atti procedurali.
Uno scenario non proprio roseo che potrebbe porre degli importanti interrogativi al rettore Lo Muzio, tentato di ascoltare le sirene ministeriali. Sarebbero, sempre nel caso dovessero verificarsi, le seconde dimissioni di un rettore nel giro di un anno dopo quelle di Limone, ma docenti molti vicini a Lo Muzio smentiscono categoricamente dicendo “andrà avanti senza problemi nell’esercizio del ruolo che è stato chiamato a svolgere, con impegno e facendo il bene dell’Università di Foggia. Non badate a chiacchiere inutili…”. Con quale clima e con quale maggioranza, questi i legittimi interrogativi.