Si è svolto a Foggia nell’Auditorium del Liceo Scientifico “G. Marconi” il Seminario di studi sulla condizione della donna nell’età della Controriforma. Valeria Puccini, dottoressa di ricerca in Filologia e cultrice della materia presso la cattedra di Letteratura italiana dell’UNIFG, ha conversato con le classi 4A, 3B, 4G, 4L.
L’incontro – introdotto e condotto dalla professoressa Teresa D’Errico – è stato orientato alla riflessione sugli stereotipi di genere nella Letteratura italiana del Seicento attraverso l’analisi di alcuni testi di Ercole Tasso a sfondo misogino, opportunamente messi in relazione con le opere del più noto cugino dell’autore, Torquato Tasso.
Gli scritti di Ercole Tasso – precisamente un pamphlet sulla questione de uxore ducenda e la lode in onore di una nobildonna piemontese, Maria Soarda – hanno chiaramente mostrato il forte influsso del clima culturale controriformistico sulla caratterizzazione della figura femminile. D’Errico ha messo in evidenza come gli artisti del Rinascimento avessero finalmente emancipato la donna dall’aura religiosa in cui il Medioevo l’aveva cristallizzata, riscoprendo un modo nuovo di concepire la femminilità. Si tratta di un dato testimoniato effettivamente sia dalla fama di Angelica, protagonista femminile del Furioso, donna libera e audace nelle sue scelte anticonvenzionali, sia dai quadri di Tiziano che raffigurano non più Madonne, ma donne, ritratte nella loro fisicità, certo schermate ancora dalla protezione del mito (Veneri, dee dell’Olimpo) ma comunque fisicamente connotate e non più angelicate.
Partendo da queste considerazioni, Puccini ha sottolineato che, per effetto del dominio culturale della Controriforma, nei testi di Ercole Tasso si registra, rispetto al Rinascimento, un ritorno a modelli femminili di fatto medievali. L’autore ricorre infatti a un ben noto repertorio misogino di rappresentazioni tradizionali della donna come ianua diaboli per le sue doti seduttive, “lunatica” perché sottoposta all’influsso della Luna nei suoi ritmi biologici, impura per la sua prossimità mensile con il sangue: alibi volti a giustificare la totale, millenaria, esclusione della donna dalla politica e dalla vita pubblica.
Il modello femminile, infatti, incarnato da Maria Soarda – l’exemplum di virtù femminile delineato da Ercole Tasso – è quello della riservatezza e del silenzio, in ottemperanza a uno stereotipo antichissimo risalente alla Roma arcaica che vedeva in Tacita Muta la dea tutelare della saggezza femminile, personificazione appunto del silenzio cui le donne erano obbligate. I Romani riconoscevano invece in Aius Locutius il dio protettore degli uomini ai quali era riservato il privilegio della parola. E a tale prerogativa fanno appunto riferimento i due nomi del dio derivanti da verbi sinonimici riferiti all’atto del parlare, appannaggio dei soli uomini: Aius (da aio, dire) e Locutius (da loquor, dire).
Dopo la fase informativa sugli aspetti storico-letterari relativi all’età della Controriforma le studentesse e gli studenti hanno dato vita a un ricco dibattito da cui è emersa la necessità di riflettere ancora oggi sulla condizione della donna nella storia in considerazione delle recenti notizie di discriminazione e violenza di genere che la cronaca ha fatto registrare, con particolare riferimento al recente, terribile, femminicidio di Giulia Cecchettin.
I giovani hanno espresso il bisogno urgente di un profondo riesame e di una netta ristrutturazione delle dinamiche relazionali tra i sessi; hanno inoltre sottolineato come secoli di cultura androcratica continuino ancora a pesare su un linguaggio spesso discriminatorio e sulla persistenza di comportamenti sessisti da parte di alcuni uomini.
Molto sentita è stata la partecipazione della componente femminile dell’uditorio che ha messo bene in evidenza quanto le relazioni interpersonali siano oggi condizionate da una radicata interiorizzazione dei modelli patriarcali da parte delle donne e dalla rassegnata accettazione di una realtà che invece va assolutamente eradicata a partire proprio dall’educazione delle nuove generazioni.
Ha animato l’incontro la ferma convinzione che l’esame del passato contribuisca sempre a capire meglio il presente.