La difesa chiede la perizia psichiatrica per Angelo Di Lella, 57 anni, di Apricena, ex guardia giurata accusato di omicidio aggravato e maltrattamenti ai danni della moglie Giovanna Frino, uccisa a 44 anni con tre colpi di pistola la mattina del 16 dicembre 2022 nella cucina dell’abitazione della coppia in via Saragat, dov’era presente una delle tre figlie. La gelosia il movente del femminicidio, l’imputato accusava la coniuge di avere amanti, la picchiava e umiliava, stando all’atto d’accusa: fu arrestato nell’immediatezza dei fatti dai carabinieri che gli sequestrarono una pistola calibro 9 legalmente detenuta; interrogato dal gip, si avvalse della facoltà di non rispondere; è detenuto dal giorno del delitto.
Ieri mattina il difensore, l’avv. Antonio Gabrieli ha formalizzato la richiesta di perizia psichiatrica nella prima udienza del processo in corte d’assise a Foggia. I giudici decideranno dopo l’interrogatorio dei testi tra cui il consulente della difesa, uno psichiatra forense che ha diagnosticato un “disturbo schizoaffettivo con sintomi psicotici”. Si sono costituiti parte civile i familiari della vittima con l’avv. Nicola Marro; il tutore legale delle due figlie minorenni della coppia, l’avv. Gildo Russo; le associazioni “Filo d’Arianna” e “Impegno donna” con gli avv. Maria Carla Simeone e Gabriella Giancola.
In apertura d’udienza l’avv. Gabrieli ha riproposto le richieste già formulate il 2 ottobre durante l’udienza preliminare e rigettate dal gup che rinviò a giudizio di Di Lella. Rinnovata la richiesta di rito abbreviato che dà diritto allo sconto di un terzo della pena, respinta dalla corte perché le aggravanti di premeditazione, d’aver agito contro un familiare e in presenza di un minore sono ostative all’abbreviato, comportando in linea edittale l’ergastolo. Respinta anche la richiesta di estromettere dalla parte civile le due associazioni.
Lunga la lista testi di accusa, parti civili e difesa ammessi dai giudici; i primi tre della lista del pm – medico legale che eseguì l’autopsia e carabinieri che condussero le indagini – saranno interrogati il 22 dicembre. Il pm contesta a a Di Lella d’aver sparato 3 volte alla moglie dopo averla spintonata; e d’averla “abitualmente maltrattata anche alla presenza delle due figlie minori, con sistematiche aggressioni verbali e fisiche; con una serie di atti lesivi dell’integrità fisica e morale della vittima, rivolgendole ingiurie e minacce tali da rendere dolorose e mortificanti le relazioni familiari”. Il tutto perché l’imputato sarebbe stato “ossessivamente geloso della moglie, accusata pubblicamente di avere amanti, aggredita con schiaffi e lanciandole contro oggetti”. (fonte gazzetta del mezzogiorno)