Poco più di un quarto d’ora è servito all’Arcivescovo Monsignor Vincenzo Pelvi per comunicare in Curia al clero della Diocesi di Foggia Bovino e ai vari volontari e laici impegnati nelle realtà della Cei il nome del suo successore alla guida della comunità ecclesiale del capoluogo dauno.
Il clima era più che festoso. L’arrivo di Monsignor Giorgio Ferretti è stato salutato con molto ottimismo e una buona dose di speranza.
Nel corso dei nove anni di Pelvi in via Oberdan ci sono state diverse frizioni tra Curia e parrocchie. Solo negli ultimi anni il vescovo era stato accolto pienamente da sacerdoti e mondo laicale.
La parola che più di frequente ritorna nelle omelie del pastore militare napoletano è “tenerezza”, ma negli anni foggiani il monsignore con un passato da confessore a Nassirya non era stato tenero con tutte quelle propaggini che mostravano inefficienze o lacune, se non perdite finanziarie o presunte ombre. Dal Conventino alla casa per padri separati.
Poco avvezzo ai riti e alle liturgie della tradizione misterica ma anche folklorica di processioni e manifestazioni formali e del tutto disinteressato ad investimenti o recuperi di immobili, la sua è stata una guida fortemente improntata sulla legalità e sulla lotta alla mafia.
Non si è mai sottratto ad eventi antimafia, a cominciare dal Foggia Reagisce in Teatro Giordano organizzato da Fondazione Antiusura e Camera di Commercio.
Seguici anche su Instagram – Clicca qui