L‘urologia del Policlinico “Riuniti” segna un altro traguardo: è centro d’eccellenza per la gestione delle complicanze funzionali del tumore della prostata. Con Foggia c’è solo Torino, con “Molinette”, a ricevere la menzione d’onore della fondazione Onda. Il ‘bollino blu’ è il primo traguardo per la struttura dipartimentale in ambito andrologico messa su nel 2021 con l’arrivo del professor Carlo Bettocchi. Da quel momento, il reparto guidato da Giuseppe Carrieri, ha potenziato lo spettro della risposta alle esigenze di salute del paziente, considerando la fase post intervento. Un aspetto non secondario per un reparto che continua ad attrarre sempre più pazienti da fuori regione, anche dal Nord. Peraltro, i numeri per tumori alla prostata sono importanti. Sono circa 564.000 gli italiani con pregressa diagnosi della neoplasia più frequente nella popolazione maschile, che rappresenta oltre 19,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati negli uomini, tanto che solo nel 2022 sono stati diagnosticati 40.500 nuovi casi. Il follow up e la definizione di percorsi di diagnosi e cura precisi sono determinanti anche nel miglioramento della qualità della vita. La chirurgia cosiddetta “funzionale”, mirata a risolvere ad esempio i problemi dell’erezione maschile, è stato un passaggio decisivo in questo senso.
Superati i 100 impianti di protesi peniene l’anno
“È l’attestazione della qualità dell’investimento fatto a Foggia – spiega Bettocchi a l’Immediato -, in poco tempo siamo diventati un centro di riferimento e di eccellenza, arrivando a superare 100 impianti di protesi peniene l’anno, mentre le strutture più attive in Italia si fermano a 20-25. Al Riuniti un paziente ogni quattro arriva da altre regioni, persino dalla Sicilia e dal nord Italia. Il nostro impegno non riguarda solo la parte chirurgica, ma si estende al miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Finora infatti c’è stata una ‘discriminazione’ del sistema sanitario nazionale nell’atteggiamento nei confronti di uomini e donne per gli interventi in caso di tumore – spiega Bettocchi a l’Immediato -, nelle Breast Unit sono completamente coperti, mentre nel caso di tumori alla prostata alcuni elementi decisivi sono a carico del paziente. La speranza è di poter allineare le due condizioni in breve tempo, per offrire una bilanciata capacità di risposta ai bisogni di salute dei pazienti”.
Il problema della disfunzione erettile, oltre ad intaccare fortemente la serenità ed autostima dell’uomo, si riflette in modo altrettanto significativo anche sulla partner
“La gestione delle complicanze del tumore della prostata ha assunto un’importanza fondamentale oggigiorno – aggiunge il direttore Use di Andrologia e Chirurgia Ricostruttiva dei genitali Esterni – non solo perché rappresenta il tumore più frequente nel sesso maschile ma specialmente perché viene diagnosticato sempre più precocemente e quindi si vuole salvaguardare anche la qualità di vita dell’individuo. Il problema della disfunzione erettile, inoltre, oltre ad intaccare fortemente la serenità ed autostima dell’uomo si riflette in modo altrettanto significativo anche sulla partner, minando il rapporto di coppia e la complicità di una relazione. Fortunatamente esistono terapie mediche e chirurgiche che ci permettono di risolvere sempre questa complicanza e quindi diventa fondamentale poter offrire un servizio di cura e presa in carico del paziente nel follow-up post trattamento del carcinoma della prostata. In tal senso è nata l’idea di monitorare e premiare quelle strutture ospedaliere che già offrono tali servizi nella speranza che essi possano diventare esempio trainante anche per gli altri presidi al momento non operativi”.
Il riconoscimento della fondazione Onda
Per contribuire a migliorare la qualità e l’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento precoce di questa malattia e promuovere un’assistenza multidisciplinare e qualificata, Fondazione Onda, con il contributo non condizionante di Boston Scientific Italia, ha indetto il Concorso Best Practice per premiare gli ospedali italiani, partendo dal network del Bollino Azzurro, che si distinguono per l’approccio all’avanguardia e interdisciplinare nella gestione delle complicanze funzionali urinarie e sessuali post trattamento per il tumore della prostata. Nel dettaglio, il Concorso si prefigge di contribuire al miglioramento dei percorsi integrati per eventuali problematiche post-trattamento e di incoraggiare l’implementazione negli ospedali che a oggi ne sono sprovvisti.
Un apposito Comitato di esperti istituito da Fondazione Onda ha esaminato le 56 candidature pervenute, valutando ogni percorso in base a rilevanza, multidisciplinarietà, efficacia, efficienza e replicabilità e ha premiato come Best Practice 13 strutture: 5 per i migliori percorsi ospedalieri per la gestione delle complicanze funzionali urinarie e sessuali post trattamento del tumore della prostata e 8 per i migliori percorsi ospedalieri per la gestione delle complicanze funzionali sessuali post trattamento del tumore della prostata. Due strutture, inoltre, hanno ricevuto una menzione d’onore come centri di eccellenza e di riferimento. Tutte le altre 41 strutture hanno ricevuto una menzione speciale per l’impegno e l’attenzione. Per vedere il dettaglio delle strutture premiate clicca qui.
“Siamo lieti di dedicare quest’edizione del Concorso Best Practice alla salute maschile e in particolare, a quelle strutture che si sono distinte per la creazione di percorsi dedicati alla gestione delle complicanze funzionali post trattamento per tumore della prostata. L’iniziativa parte dal Bollino Azzurro, nato di recente proprio con l’idea di costruire una rete di ospedali che si occupano di tumore prostatico, al fine di offrire alla popolazione l’opportunità di essere correttamente informata, come nel caso delle problematiche funzionali legate al post-trattamento. Il fine ultimo dell’iniziativa è ovviamente promuovere un’assistenza multidisciplinare e qualificata da parte del personale sanitario che possa migliorare la qualità della vita dei pazienti”, dichiara Francesca Merzagora, presidente Fondazione Onda.
Le stime indicano che una gran parte dei pazienti che ha subito un intervento chirurgico radicale, come la prostatectomia per l’asportazione del tumore, sviluppa problemi funzionali di incontinenza urinaria e disfunzione erettile. Si tratta di condizioni che non solo spesso sono resistenti alle terapie farmacologiche, ma che comportano anche un impatto devastante in termini personali e sociali, segnando spesso l’inizio di un difficile percorso. Una situazione, confermata dalla recente indagine “Tumore della prostata e complicanze post operatorie: stato dell’arte, criticità e prospettive future“ condotta da Elma Research, in collaborazione con Boston Scientific Italia, che ha voluto indagare sul vissuto e sulle aspettative dei pazienti ed esplorare il grado di conoscenza, percezione ed esperienza da parte degli urologi. Ne deriva un’immagine sconfortante, soprattutto se confrontata con quella delle donne che su questo fronte hanno fatto passi importanti e che dopo una mastectomia, trovano più ascolto, tutele, prospettive. Anzi, secondo l’indagine, non tutti i pazienti che sviluppano complicanze funzionali ricevono un trattamento adeguato: infatti, il 33 per cento dei pazienti con incontinenza urinaria e il 35 per cento dei pazienti con disfunzione erettile non viene sottoposto ad alcun tipo di terapia. Fra i rimedi per le complicanze funzionali post-chirurgiche l’urologo propone principalmente i trattamenti riabilitativi, mentre la chirurgia protesica rimane l’ultima spiaggia.
Proprio per questo, si rivela essenziale promuovere la condivisione di buone pratiche cliniche e informare l’utenza delle realtà ospedaliere con migliore competenza e sensibilità nella gestione di queste problematiche.
“Quando si affronta l’argomento di una malattia oncologica, sia a livello tecnico-scientifico che mediatico-comunicativo, l’attenzione viene giustamente focalizzata sulla prevenzione, sull’importanza di una diagnosi, sulla terapia e sul follow-up. Al contrario, si parla poco di tutte quelle complicanze funzionali che seguono il trattamento, tema invece ormai ben noto anche ai nostri pazienti e che incide pesantemente sulla loro qualità di vita anche se guariti dal punto di vista oncologico. Per questo, la condivisione di best practice ospedaliere di successo è un passo importante, se non addirittura fondamentale, per garantire all’uomo oncologico le stesse garanzie mediche che da tempo si garantiscono alla donna oncologica” aggiunge Roberto Carone, presidente emerito FIC, Fondazione Italiana Continenza – già primario della Neuro-Urologia e Unità Spinale, AOU Città Della Salute.
“È fondamentale portare avanti iniziative che aiutino a tenere accesa l’attenzione su malattie così importanti e complesse come il tumore della prostata. C’è sempre molto da fare in questo ambito e ringrazio Fondazione Onda per l’impegno e l’attenzione su queste tematiche: occorre che arrivino a tutti informazioni precise, accurate e reali su come si previene e si cura questa patologia. La prevenzione in particolare deve sempre essere il pilastro su cui fondare le proprie azioni, sia per le singole persone, sia per chi pianifica e gestisce le risorse, anche perché è provato che porti benefici per tutto il sistema”, ha concluso Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Regione Lombardia e con il patrocinio di AURO – Associazione Urologi Italiani, Europa Uomo Onlus, FIC – Fondazione Italiana Continenza, FINCOPP – Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico, SIA – Società Italiana Andrologia, SIU – Società Italiana di Urologia, SIUrO – Società Italiana di Uro-Oncologia e Società Italiana di Urodinamica.