Stavolta è finita davvero. Tredici consiglieri comunali hanno protocollato le firme al Comune di Manfredonia facendo decadere l’amministrazione di Gianni Rotice. Dopo meno di due anni, dunque, la giunta guidata dal sindaco-imprenditore non c’è più. Nei prossimi giorni torneranno in città i commissari prefettizi per garantire l’ordinaria amministrazione. Si tornerà al voto in primavera, in concomitanza con le elezioni europee.
A firmare le dimissioni i dodici consiglieri comunali di opposizione (i nove storici più i tre di Forza Italia che si sono aggiunti dopo la crisi politica di settembre) e Sara Delle Rose della lista “Io voto Gianni”.
La giovane consigliera aveva già manifestato il proprio dissenso nei confronti della gestione del sindaco palesando il proprio malcontento in un post su Facebook. Nel mirino, il famoso “cerchio magico” di Rotice che avrebbe preso molte decisioni come in un’oligarchia.

Un tentativo di far cadere l’amministrazione c’era già stato poche settimane fa, ma le pressioni di membri dell’Assise vicini al sindaco avevano provocato la revoca di alcune firme. Sulle chat si erano rincorse promesse fumose di ruoli e incarichi a destra e a manca.
Stavolta l’opposizione si è mossa meglio, senza far trapelare nulla e senza dare il tempo ai “roticiani” di avviare la macchina del ricatto politico. Dopo depistaggi e false informazioni, i tredici consiglieri si sono recati dal notaio a Borgo Celano (San Marco in Lamis) per firmare le dimissioni e, successivamente, hanno bussato agli uffici del Comune per protocollarle.
Curiosità, il consigliere del Pd Massimo Ciuffreda ha fatto credere su Facebook di essere in viaggio verso Fano mentre Maria Teresa Valente di “Con”, proprio ieri, aveva annunciato una conferenza stampa alle 12 di oggi (poi annullata) per denunciare episodi di scarsa trasparenza amministrativa.
Ciuffreda, in realtà, si è recato davvero fuori Manfredonia ma solo per farsi recapitare la firma della consigliera comunale Giulia Fresca che in questi giorni si trova a Roma.
Insomma, un’attività di controspionaggio alla 007 per chiudere una delle pagine più brutte nella storia di Manfredonia, quella scritta dal disastroso sindaco Gianni Rotice, inizialmente a capo di un’amministrazione di centrodestra ma che di centrodestra non aveva più nulla in seguito alla rottura con Forza Italia. Dopo l’ennesimo cambio della squadra di governo, Rotice si era ritrovato con alcuni assessori già espressione delle vecchie amministrazioni di centrosinistra, segno evidente della sua palese difficoltà a guidare una città così complessa come Manfredonia. Ma adesso questo straziante capitolo della politica del golfo si è chiuso definitivamente.
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