È un fiume in piena Andrea Quitadamo detto “Baffino junior”, 34enne collaboratore di giustizia di Mattinata, sentito da magistrati antimafia e pool difensivo nel processo “Omnia Nostra”. Alla sbarra il clan garganico indicato dai carabinieri con il nominativo “Lombardi-Ricucci-La Torre” anche se sarebbe più corretto ribattezzarlo “Lombardi-Scirpoli-Raduano” alla luce dell’uccisione nel 2019 di Pasquale Ricucci detto “Fic secc” e delle nuove rivelazioni dei recenti pentiti.
Tra questi c’è appunto Quitadamo che da una località protetta è stato incalzato da pm e legali sulle dinamiche del gruppo criminale. Dall’interrogatorio emergerebbe il ruolo apicale di Francesco Scirpoli, 40enne mattinatese detto “Il lungo”, imputato in “Omnia Nostra” ed al momento detenuto a Fossombrone, condannato in via definitiva ad oltre 8 anni di reclusione per la rapina ad un blindato a Bollate nel Milanese.
Questo il racconto di “Baffino junior”: “Su Mattinata eravamo io, mio fratello (Antonio “Baffino”, anche lui collaboratore di giustizia, ndr), Scirpoli Francesco, Notarangelo Francesco (alias “Natale”, ndr) e Gentile Pio Francesco (detto “Passaguai”, ndr). Il ruolo di Scirpoli era più… dopo la morte di Gentile (ucciso il 21 marzo 2019, ndr) era più elevato diciamo. Già aveva un ruolo elevato diciamo, già aveva più conoscenze, aveva più diciamo nome in capitolo, va, aveva più la parola lui. Lui si occupava più di… il suo ruolo proprio principale sono le rapine ai portavalori e omicidi. Notarangelo Francesco stava più sulla droga, sulle estorsioni. Lui e Gentile già facevano parte prima diciamo perché erano i più anziani e già stava prima di noi”.
Secondo il pentito “Notarangelo stava più sulla droga e sulle estorsioni, su queste cose qui e poi, ripeto, aveva sempre il ruolo diciamo di anzianità, che pure quando ci incontravamo per gli omicidi, stava sempre lui”.
Quitadamo ha anche ricordato i suoi inizi: “Io da piccolo vedendo mio fratello già cominciavo a praticare diciamo questi del gruppo, che è Notarangelo, Gentile, quando è stato all’epoca il contrabbando di sigarette stava anche mio fratello che lavorava, poi io dal duemilase… ho cominciato a entrare da quando mi sono fatto più grande, sono diventato maggiorenne”.
Raduano a Scirpoli: “Posso fare questo omicidio?”
Alle domande sui ruoli nel clan ha aggiunto: “Non è che il potere è una cosa visibile, è più una questione di… da chi avere affidamento, con chi parlare, con chi… diciamo chi ha più la parola nel gruppo e poi quando c’era Gentile aveva più lui la parola che… dopo la morte di Gentile, già Scirpoli aveva un ruolo già più alto, diciamo che già sapevamo che Scirpoli era quello che aveva… Sulle cose più… su omicidi, diciamo su quello che si doveva fare. Vi faccio un esempio, quando bisognava… uno sempre del nostro gruppo, posso fare il nome, Raduano Marco (boss di Vieste tuttora latitante, ndr), doveva uccidere a uno, è venuto a Mattinata a domandare a Scirpoli: ‘Posso fare questo omicidio?’, questo è un esempio”.
E ancora: “Ho anche detto che quando era vivo Gentile già si sapeva che aveva più parola Scirpoli. Una cosa che mi viene in mente adesso, che quando eravamo detenuti sempre a Foggia, uno si voleva comprare il terreno a fianco a Scirpoli e Scirpoli mandò una lettera a Ricucci Pasquale dicendo: ‘Vai a prendere quelle persone e dì che non si devono avvicinare là’, questa è una che vi posso rispondere, è uno… Sì, stava tutto nervoso e ha scritto la lettera mandando Pasquale Ricucci a cacciare questo qua, andare ad acciaffare questo qua. Stavamo a Tor di Lupo io, Lombardi, Scirpoli, Raduano, non ricordo per quale omicidio stavamo preparando, un’altra volta stavamo La Torre Pietro, io, Scirpoli, Raduano, sempre…”.
Rivelazioni anche su una presunta “faida” interna tra lo stesso Scirpoli e Notarangelo, probabilmente per questioni di donne a detta del collaboratore di giustizia: “I rapporti tra Notarangelo e Scirpoli non sono mai stati buoni diciamo, però non c’entra niente se si doveva fare qualcosa, qualche… qualcosa nel clan, loro non potevano nel gruppo mettere i loro problemi se si doveva fare qualcosa, erano problemi loro, che si… hanno avuto anche liti, però… No, so che hanno avuto una lite… una lite alle mani diciamo, con il bastone, non mi ricordo”.
Lo scontro tra i due, però, si sarebbe appianato sempre per questioni di affari: “Se si doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa, una rapina o si doveva parlare di un progetto di omicidio, loro non potevano portare i problemi loro nel gruppo stesso, era una cosa di… personale loro diciamo, che non poteva coinvolgere pure la loro… il loro… quello che facevamo, si doveva parlare, ci dovevamo incontrare, non potevano portare… era una questione che si doveva chiudere”.
L’omicidio nel ristorante
In aula si è tornato a parlare dell’omicidio di Omar Trotta, vittima di agguato nell’estate del 2017 in un ristorante di Vieste. Per questa vicenda sono a processo in Corte d’Assise a Foggia Angelo Bonsanto, presunto killer, e Gianluigi Troiano detto “Il piccolino”, sospettato di aver fatto da palo. Altre tre persone sono invece imputate in “Omnia Nostra”, si tratta di Marco Raduano, Danilo Della Malva e Antonio Quitadamo per i quali è già stata avanzata richiesta di condanna. I pm hanno invocato l’ergastolo per Raduano (presunto mandante dell’omicidio Trotta per vendicare il cognato Gianpiero Vescera) e 8 anni e 8 mesi a testa a Della Malva e Quitadamo con l’attenuante della collaborazione con la giustizia. Della Malva avrebbe fornito sostegno logistico agli attentatori mentre Quitadamo avrebbe consegnato l’arma ad uno dei sicari.
“Io la prima volta che ho saputo questa notizia – ha ricordato “Baffino junior” in udienza -, che poi ne ho parlato sicuramente anche con gli altri, con lo Scirpoli stesso, con… non ricordo altri del gruppo, però il primo che me l’ha detto è stato mio fratello, chi era stato e come era stato e che Scirpoli e La Torre li aspettavano a metà strada con… a chi aveva commesso l’omicidio, quando se ne sono andati Scirpoli, non so se stava pure Lombardi, questo non mi ricordo adesso… Bonsanto non voleva una pistola semiautomatica, che gli era stata data da Raduano, mio fratello si trovava la 357… 38, 357, non ricordo che calibro era, e l’ha data la 38 special a Bonsanto”.
A parere del pentito “l’ordine veniva sempre quel periodo che è stato ucciso, sempre nell’entrata di Raduano nel nostro gruppo, chi bisognava eliminare prima del clan avversario e sempre loro, so chi l’ha presentato, chi ha portato i killer, che ha presentato che è stato sempre Scirpoli a Bonsanto e Perdonò su Vieste, chi ha presentato Bonsanto e Perdonò a Vieste è stato Scirpoli, La Torre e Lombardi”. Da evidenziare che Scirpoli e Perdonò non risultano indagati per l’omicidio Trotta.
“Troiano tra parentesi ha fatto da talpa perché sempre con Raduano prima stava nel clan di Miucci Enzo, dei Li Bergolis, e Raduano è entrato nel nostro gruppo e Troiano è rimasto con… diciamo con Miucci, con i Li Bergolis e in questo caso lui diciamo si è venduto i Li Bergolis facendo uccidere Omar Trotta, dando la… dando fiducia anche al clan nostro e… lui ha fatto anche da palo, lui stava là con… che ha fatto la chiamata quando dovevano andare Bonsanto e Massimo Perdonò”.
Il pentito ha ricostruito anche la presunta “filiera” criminale: “Allora funziona così: si doveva uccidere Omar Trotta e Scirpoli, La Torre e Lombardi hanno chiesto al clan Moretti (batteria mafiosa di Foggia, ndr) in prestito i sicari che dovevano fare questa azione per il nostro clan e sono venuti loro a fare il piacere, che poi viene ricambiato con un altro omicidio che viene fatto a favore loro diciamo. Vi spiego come funziona, non è che so tutte le parole, e Scirpoli e Lombardi, avendo… perché noi stiamo alleati con i Moretti di Foggia, hanno chiesto due ragazzi, due persone brave diciamo a fare queste cose, che sono Bonsanto e Massimo, che già avevano fatto qualche altra cosa insieme”.
La “passione” per gli animali
Un passaggio, infine, sui casi di furto di animali, vecchio “core business” della criminalità garganica. “Scirpoli… i camion per i trasporti che facevamo furti di vitelli e di mucche ce li aveva Scirpoli, era… Scirpoli, La Torre, ogni tanto… Facevamo sempre furti di mucche, di vitelli, Scirpoli poi era appassionato di animali e stavamo sempre a rubare mucche, vitelli, faceva anche questo qua diciamo”. (Nella foto in alto, Scirpoli; nel riquadro, Quitadamo; sullo sfondo un’immagine tratta dal video del blitz “Omnia Nostra”)
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