È giunta in serata la dichiarazione del senatore Dario Damiani, presentatore della lista di Forza Italia di Foggia dopo la diffusione degli “impresentabili” da parte della Commissione parlamentare antimafia.
“Nell’apprendere l’esito delle verifiche eseguite dalla Commissione Parlamentare Antimafia relativa alle candidature degli aspiranti Sindaci e consiglieri comunali per le prossime elezioni comunali che si terranno a Foggia il 22 e 23 ottobre c.a., dalla cui analisi è emerso che il sig. Sireno Massimo, candidato quale consigliere comunale nella lista di Forza Italia, è stato dichiarato impresentabile a causa di una condanna di primo grado, emessa dal Tribunale di Bari a conclusione di un procedimento penale per reati comuni, preciso quanto segue:
1) Il sig. Sireno Massimo ha presentato la sua candidatura corredata di un certificato penale, datato 20.9.2023, dal quale non risultava l’annotazione di alcuna sentenza passata in giudicato;
2) Il sig. Sireno Massimo risulta essere presente nella lista dei candidati vagliati in seconda istanza dalla Commissione Parlamentare Antimafia, ossia dopo la pubblicazione del primo e provvisorio elenco inviato all’organismo di Palazzo San Macuto che ha verificato la piena corrispondenza alla legge delle candidature a consigliere comunale di coloro il cui nominativo era presente nella lista di Forza Italia;
3) Ero ignaro della pendenza del procedimento penale pendete presso il Tribunale di Bari (ossia di un circondario diverso dal suo luogo di residenza) e in presenza di un certificato che non riportava alcuna condanna, ha accolto la candidatura in perfetta buona fede;
4) pur nel rispetto del principio di presunzione di innocenza, stigmatizzo la condotta del candidato Sireno Massimo, il quale ha sottaciuto la pendenza di un procedimento penale che si è tradotto in una sentenza di condanna;
5) Il sig. Sireno Massimo non è mai stato iscritto al Partito di Forza Italia e la sua candidatura è stata accolta quale indipendente;
6) la posizione giuridica del sig. Sireno Massimo è da ritenersi incompatibile, quanto meno moralmente, con la candidatura a consigliere comunale nella lista di Forza Italia che è stato il Partito primo firmatario del patto Etico sottoscritto da tutta la Coalizione di Centrodestra, che prevede, tra le cause di incandidabilità e/o esclusione dalle candidature, la pendenza di un procedimento penale o la sussistenza di una sentenza di condanna per qualsiasi fattispecie di reato.
Per tali ragioni, in qualità di presentatore della lista, mi ritengo parte offesa da tale esacrabile comportamento sottaciuto agli organi di partito e riserva ogni utile azione a tutela dell’immagine dell’intera Forza Italia e dei candidati facenti parte della lista.
Prendo nettamente le distanze dalla condotta del detto candidato, al quale, tuttavia auguro di poter provare la sua innocenza nei successivi gradi di giudizio”.
Poi aggiunge: “Preciso inoltre, che l’avv. Raffaele Di Mauro, candidato Sindaco della coalizione di centrodestra, è totalmente estraneo alle vicende che hanno portato alla candidatura del sig. Sireno Massimo, a lui sconosciuto fino al deposito delle liste il 22 settembre scorso e, con la presente,porgo le più sentite scuse all’avvocato Di Mauro, al quale esprimo piena solidarietà per qualsiasi attacco sconsiderato che qualche novello Savonarola, ha sferrato sui social in un giorno dedicato al silenzio elettorale ove vigono i divieti (e le relative sanzioni per chi li viola) previsti dalla legge n. 212 del 1956, come modificata dalla legge 130 del 1975 che valgono per i candidati, per gli organi di stampa e, a maggior ragione per i politici che dovrebbero conoscere il dettato legislativo.
Purtuttavia, ricordo che solo poche forze politiche presenti alle prossime competizioni comunali hanno presentato un elenco provvisorio in via preventiva e un successivo elenco definitivo alla Commissione Parlamentare Antimafia, per cui non si avrà mai la certezza che altri candidati di coalizioni avverse possano essere incappati nelle maglie della legge.
Pertanto, nessuno si senta autorizzato a assumere le vesti del novello moralizzatore, atteso che le dette vesti potrebbero essere di taglie estremamente strette e tali da non poterle indossare”.