Sarebbe finito il “miracolo economico” di San Giovanni Rotondo. In una inchiesta de “La Repubblica” emerge un quadro desolante della situazione attuale della città di San Pio, per anni meta di milioni di fedeli. “In un giorno di metà settimana – si legge -, i chioschi di souvenir sono vuoti, i commercianti hanno il polso preciso della situazione economica di una città che vive in gran parte di turismo religioso, perciò si lamentano. Una donna discute per un rosario da polso, 1 euro e 50, poi se ne va senza un saluto. ‘C’è la crisi’, dice la negoziante, ‘tutto è rincarato, anche il viaggio per salire quassù. Si portano il panino da casa, e anche la calamita da frigo gli sembra cara’. Un euro. Ma non lo spendono. Figurarsi il portaciuccio da 3,50”.
L’inviata di “Repubblica” ha sentito un frate, il sindaco e un noto albergatore. Dall’approfondimento emerge che i tempi d’oro del Giubileo del 2000 sono ormai finiti. All’epoca bisognava regolare i flussi in entrata e in uscita dalla chiesa ma oggi non è più così.
Padre Rinaldo Totaro, guardiano del Convento dei Frati minori cappuccini: “Mettevamo le transenne in chiesa, come allo stadio, ora siamo tornati a una dimensione più umana. Ma almeno possiamo lavorare meglio per accogliere chi viene, in modo più profondo”. Sul progetto della nuova chiesa creata da Renzo Piano dice: “Un’opera del genere non ce la possiamo più permettere! Ma è meglio così”. Seimila posti a sedere ma tanti banchi vuoti. Poche anime sul grande piazzale e nella cripta.
Per il sindaco Michele Crisetti il flusso sarebbe “in aumento dopo la batosta del Covid. Gli alberghi sono pieni quasi fino a novembre. E non sono tutte rose e fiori… ma il nostro piano strategico del turismo ci permetterà di arrivare al Giubileo 2025 con nuove strutture e servizi”.
600mila le presenze alberghiere, più i visitatori in giornata, che sono moltissimi “e anche 30-40mila nel weekend”, dice il sindaco, ma non più le folle oceaniche. “Qui ci sono 7mila posti letto. Ne basterebbero 4mila”, spiega a Repubblica Luca Mischitelli, che di alberghi ne ha tre.
L’albergatore: “Ce ne sono molti abbandonati, costruiti nel 2000 e ora cattedrali nel deserto. C’erano 25 alberghi, di colpo sono diventati 125, il disastro era inevitabile”. Qualcuno ha investito sperando nel grande business, “ma il turismo religioso è low cost per definizione, e a San Giovanni si viene solo per ospedale e santuario”. Dopodiché, 70 anni fa qui non c’era niente, e padre Pio fece il suo primo miracolo, trasformando un paese di minatori in un posto che tutto il mondo conosce, meta di papi e personalità devote, come Raffaella Carrà. Le sue ceneri sono passate da qui per messa e benedizione, così ha voluto lei”.
“In una di queste cattedrali nel deserto — 6 piani — i ragazzini scrivono ‘W Satana!’ sui muri, e altri graffiti diabolici, per reazione a una città dove tutto sa di incenso”. (Qui l’articolo completo di Repubblica)
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