Il sindaco Gianni Rotice, come un bambino dispettoso, non molla il giocattolo né tantomeno la poltrona da primo cittadino. La maggioranza di Manfredonia è allo sbando, lontana anni luce da quella votata dai cittadini meno di due anni fa. L’amministrazione fu trainata alla vittoria da Forza Italia ma oggi il partito è all’opposizione, liquefatto dallo stesso Rotice. Eppure l’imprenditore non molla la presa: troppo bello indossare la fascia da trionfatore, come appunto quei bambini che vogliono vantare un primato o avere l’ultima parola su tutto.
Il teatrino del sindaco è stato smontato ieri nel corso di un acceso Consiglio comunale e anche oggi dal suo ex assessore Libero Palumbo, costretto alle dimissioni durante la festa patronale di fine agosto. “Su di me il sindaco ha detto tante inesattezze e falsità. Mai prima delle mie dimissioni, in nessuna occasione, né pubblica né privata, aveva contestato il mio operato, anzi mi aveva sempre elogiato”. E ancora: “Oggi vengo usato nel tentativo di difendere l’incompetenza dimostrata in questi mesi dai ‘suoi’ assessori. Devo pensare, e forse preoccupare, che la mia vera colpa è stata quella di non avergli fatto raggiungere obiettivi a me ancora sconosciuti”.
Poi un attacco durissimo: “Oggi devo pensare che il mio impegno e la mia voglia di dare una mano a Gianni Rotice, che ho contribuito con la lista in cui mi sono candidato, dopo che era arrivato solo secondo nel primo turno elettorale, a far eleggere sindaco, è stato il vero motivo dell’accanimento mostrato, nel calunniarmi, da parte dei suoi accoliti e delle sue amiche del momento, che hanno scambiato insieme a lui la ‘cosa pubblica’ per ‘cosa nostra’. Il sindaco parla di scuola politica e di coerenza, queste sicuramente a lui sconosciute; comprendo la fortuna che io invece ho avuto nell’essere stato il primo degli eletti di Città Protagonista e nell’appartenere ad una scuola politica con regole precise: lealtà, professionalità, dedizione al proprio lavoro e al bene comune. Queste regole, caro sindaco non le sue chiacchiere in Consiglio comunale, ho seguito nel mio impegno amministrativo: per raggiungere la stabilizzazione dell’intera platea degli Lsu, per ottenere in tempo utile l’approvazione del fabbisogno del personale da parte della Cosfel (sigla per lei ancora incomprensibile, per questo la invito a contattare a Roma il suo responsabile Bonanno che ho incontrato personalmente), per mettere ordine nei servizi cimiteriali (altro che ‘forno crematorio’, bandi bloccati e strani appalti, per questi intrighi chieda ai suoi amici e collaboratori)”.
E aggiunge: “Non è stato facile far comprendere a tanti, a partire dal sindaco-padrone, che i nostri Lsu erano dipendenti comunali come tutti gli altri, con gli stessi doveri ma ugualmente con gli stessi diritti; ed in questa battaglia ho trovato, come deve essere tra alleati leali, un sostegno sincero da parte di Forza Italia e il suo gruppo consiliare, la condivisione del vice-sindaco Giuseppe Basta e la determinazione dell’onorevole Giandiego Gatta, altro che Lega (mai visti o presenti nei luoghi istituzionali dove serviva dare una mano alla città). Le chiacchiere sulle mie inadempienze e totale autonomia (queste da bar caro sindaco: Bar Rotice) lasciano il tempo che trovano e, da uomo libero quale sono, mi rendo disponibile anche ad un confronto pubblico su ogni questione voglia affrontare; anche perché ad oggi Gianni Rotice al sottoscritto non ha mai avuto il coraggio di rivolgere direttamente, guardandomi in faccia, alcuna accusa (vorrei vedere)”.
Valente: “Chi appartiene alla Lega? Forse il sindaco?
Intanto torna all’attacco Maria Teresa Valente, la consigliera d’opposizione che ieri in Consiglio ha criticato aspramente la sciagurata amministrazione Rotice, invitata alle dimissioni. “Il sindaco nelle comunicazioni iniziali ha sottolineato che ha prevalso il senso di responsabilità e il bene della città nella sua decisione di ritirare le dimissioni. Tuttavia, ritengo che la vera dimostrazione di senso di responsabilità avrebbe dovuto essere la conferma delle dimissioni, proprio per il bene della città. La crisi politica che attualmente stiamo attraversando, infatti, non è ancora risolta, e purtroppo questa situazione confusa sta paralizzando Manfredonia.
Con 12 consiglieri di maggioranza e 12 di opposizione, e con la mancanza di alcuni assessori e persino del ruolo ufficiale del vice sindaco, è chiaro che non è stato risolto alcun problema. Così come è altrettanto evidente che questi anni sono stati deludenti non solo per una consigliera di minoranza come me, spesso accusata di polemizzare solo perché all’opposizione, ma anche per la stessa coalizione che ha portato il sindaco alla vittoria. Forza Italia, infatti, il maggiore sponsor di Gianni Rotice nelle elezioni del 2021, è ora all’opposizione, il che rappresenta una chiara condanna dell’operato dell’amministrazione, che è ormai palese che non possiede più i requisiti necessari per andare avanti.
Un esempio su tutti: nel corso degli ultimi due anni, questa amministrazione non ha portato a termine alcun progetto di rilievo. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è stato menzionato dal sindaco sventolando ancora una volta milioni di euro che a quanto pare servono solo a fare scena e ad impressionare, ma di fatti concreti non ne abbiamo ancora vista traccia. Progetti importanti come l’ex Nautico, la ripavimentazione di Corso Roma e i lavori alla scuola dell’infanzia di Ettore Fieramosca sono stati definanziati dal Ministro Fitto, lasciando i cittadini in attesa di capire se, quando e soprattutto ‘come’ potranno essere nuovamente finanziati.
Il Sindaco ha più volte sottolineato il fatto che sta lavorando per aprire la città al mare, ma è importante notare che Manfredonia è situata sul mare sin dalla sua fondazione, a meno che non sia stato compiuto un trasferimento in montagna del quale non siamo stati informati.
Quanto alla questione delle firme per far decadere questa amministrazione, è importante chiarire che non si è trattato di un colpo di stato, ma di democrazia in azione, previsto dalla legge. E se le firme sono venute meno, non è certamente per colpa di chi siede tra i banchi della minoranza. Piuttosto, la situazione della maggioranza oggi è ancora più preoccupante. La presenza di consiglieri indipendenti e di coloro che fanno riferimento alle liste del sindaco solleva interrogativi sulla coesione e la direzione politica. In tutto questo caos, poi, di tanto in tanto si affaccia la Lega. Ma chi appartiene alla Lega? Forse il sindaco?”.
Poi conclude: “Personalmente, continuerò a vigilare attentamente su questa amministrazione, nel pieno interesse dei cittadini di Manfredonia. Spero, tuttavia, che Rotice si renda conto delle attuali difficoltà e che prenda la decisione di dimettersi definitivamente. Il bene della città deve rimanere al centro delle nostre azioni e delle nostre decisioni, e siamo tutti chiamati a fare la nostra parte per garantire un futuro migliore per Manfredonia. Questo dovrebbe essere un messaggio chiaro anche per gli assessori che hanno espresso preoccupazioni sul proprio futuro politico: chi teme di non essere rieletto dovrebbe riflettere seriamente sul proprio operato”.
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