È finito in caciara il Consiglio comunale di Manfredonia nel quale il sindaco Gianni Rotice doveva spiegare alla città come portare avanti il suo sciagurato governo cittadino. Desolante lo scenario attorno a lui: quattro gatti in giunta, il consigliere Adriano Carbone, imputato in processo mafioso, che ha fatto outing – senza dignità – sedendo tra i banchi della maggioranza e i consiglieri di Forza Italia (Di Bari e Rinaldi, assente Ciuffreda) passati all’opposizione.
Rotice ha fatto cenno a programmi e futuro in maniera del tutto superficiale ma, clamorosamente, non ha ancora presentato la nuova giunta dopo quasi un mese dalle sue dimissioni. “Mi sto prendendo qualche altro giorno di riflessione per completare la giunta e nei prossimi giorni sarà comunicato il nuovo assetto di questa amministrazione”. Finora il sindaco avrebbe trovato solo porte chiuse e si starebbe rivolgendo a personalità di altri Comuni pur di completare la squadra.
Con lui sono rimasti soltanto il suo improbabile portavoce, gli assessori superstiti e i consiglieri “alzamano” della maggioranza. Rotice ha ricordato la sua battaglia contro Energas che lui da presidente di Confindustria sosteneva apertamente. Il colosso napoletano era anche sponsor del suo Manfredonia Calcio. Senza vergogna ha parlato del tema abusivismo: “L’attività fatta da noi è stata importantissima”, vantando presunti rapporti proficui con Prefettura e Arca. Proprio lui che possiede una villa abusiva a Siponto. “Adesso si può ripartire. Abbiamo superato varie criticità. C’è tutto per fare bene. Saremo giudicati alla fine della legislatura. Ci giudicherà l’elettorato. Se non saremo stati bravi andremo tutti a casa”.
L’opposizione insorge
Durissimi gli interventi dei membri della minoranza. Li riportiamo.
Gaetano Prencipe: “Ci aspettavamo un discorso diverso. Pensavamo che oggi potesse chiarire ciò che è successo a settembre, un mese caratterizzato da diversi colpi di scena. Questa crisi si trascinava da mesi portando ad una paralisi dell’amministrazione. Non arrivavano nemmeno i provvedimenti in commissione. Chi compone questa maggioranza? I consiglieri della maggioranza chi rappresentano? Vediamo l’ex capogruppo di Forza Italia (Vincenzo Di Staso, ndr) e non sappiamo dove sia ora. Ciro Campanella che oggi torna indipendente. Carbone era tra i banchi dell’opposizione pur votando a favore dell’amministrazione e oggi lo vediamo come 13esimo uomo della maggioranza. Gli auguriamo che quella vicenda che lo interessa (il processo “Omnia Nostra”, sentenza a fine ottobre, ndr) venga meno, ma oggi è elemento indispensabile per la maggioranza. Questa amministrazione è sostenuta da una coalizione assolutamente diversa da quella votata due anni fa. Forza Italia fu la forza più rappresentativa. Abbiamo sentito accuse anche inquietanti lanciate da una parte all’altra”. Ha poi citato le frasi di Michelangelo Basta, coordinatore della maggioranza e vertice locale di Forza Italia: “Improvvisazione e ignoranza, cerchio magico, consiglieri che alzano la mano supinamente. Non affiderei loro nemmeno l’amministrazione di un condominio”. Poi ancora: “Le nostre firme sono ancora lì. Nessuna ambiguità in questa opposizione. Abbiamo pensato anche ad una mozione di sfiducia. Questa città ha tanti problemi pesanti, livelli di disagio mai vissuti. Persino la stampa benevola con Rotice ha evidenziato le difficoltà e la povertà di numerose famiglie. Problemi che non hanno contato nulla durante la crisi di governo cittadino. Siamo davanti ad una maggioranza numerica, non politica, che può sopravvivere a se stessa. Un’amministrazione debole è meglio di un commissario? Starà a voi dimostrarlo. Dia a questa amministrazione persone di alto profilo che diano un contributo vero. In caso contrario presenti le dimissioni consentendo a questa città di andare al voto a giugno in contemporanea con le Europee”.
Raffaele Fatone: “Le sue dimissioni certificano il fallimento del centrodestra dopo venti anni di opposizione, a tratti finta. Avete sfruttato male la possibilità. La crisi non nasce su tematiche importanti ma solo su questioni legate a deleghe. Continueremo a fare un’opposizione leale. Sindaco, non giochi con il futuro di Manfredonia“.
Maria Teresa Valente: “Sindaco lei dice che ha prevalso il senso di responsabilità e il bene della città. In realtà avrebbe dovuto confermare le dimissioni proprio per il bene della città. La crisi non si è conclusa. Oggi siamo 12 e 12, mancano gli assessori e non è stato risolto alcun problema politico. Se FI si trova all’opposizione è evidente che chi rappresenta il suo elettorato in aula ha già deciso che questa amministrazione non ha i presupposti per andare avanti. Ha fatto un elenco di lavori e iniziative, che va alla ricerca di contenuti e non di numeri. Questa amministrazione in due anni non ha fatto nulla. Pnrr? Di fatti non ne abbiamo visti. Ex Nautico, ripavimentazione corso Roma e lavori all’Ettore Fieramosca sono stati definanziati. Lei continua a raccontare qualcosa come si fosse incantato un disco. Dobbiamo ringraziare Enel e Regione Puglia per le strade sperando non vengano revocati i lavori. Treno tram non c’è più. L’apertura della città al mare? Manfredonia si trova già sul mare a meno che non sia stata spostata in montagna. Le firme per farla decadere sono venute meno non certo per colpa nostra. Non era un colpo di stato ma democrazia. Era previsto dalla legge. Tra i banchi della maggioranza dov’è la politica? Ci sono indipendenti e consiglieri che fanno riferimento a lei e alla sua lista. Continuerò a vigilare su questa amministrazione ma spero che, se si renderà conto che non ci sono le condizioni per andare avanti, rassegni le dimissioni definitivamente”.
Liliana Rinaldi: “Noi di Forza Italia (il partito che ha lasciato la maggioranza, ndr) ci aspettavamo una spiegazione. Nulla avete detto sulle defezioni di giunta. Il sindaco predica bene e razzola male. Si propone con pacatezza per poi agire con rancore e aggressività come dimostrato dalla comunicazione del suo addetto stampa. Alle Provinciali ha sostenuto la Lega. Di identitaria lei ha solo la carta di identità. È venuto meno al patto d’onore. È venuto meno all’idea del nuovo e del cambiamento. Lei non ha più una maggioranza. Lei è solo scorretto e continua a mentire alla città. Sui social, senza rispetto ed educazione istituzionale, ha revocato le deleghe. Con lei un esercito di soldatini per tramare: 13 sindaci. Ha davvero una bella faccia tosta. Pur di rimanere attaccati alle poltrone siete pronti a tutto, promesse e ricatti prospettando qualsiasi cosa. Ha creato un monoblocco tramando nell’ombra. Torni a fare l’imprenditore”.
Francesco Schiavone: “Oggi qui in aula ho la sensazione che ci siano tredici sindaci. C’è stata una transumanza di consiglieri comunali. Ci sono gruppi consiliari con un solo elemento, questo è contro il regolamento. E Di Staso? Dove sta? Ci fate capire come si formano i gruppi consiliari? Nel gruppo misto c’è solo Adriano Carbone? Lei sindaco sta provando a ridarsi una verginità amministrativa. Si presentò come nuovo pur non avendo nulla di nuovo. Quali trattative ci sono state dopo le firme e il cambio repentino di Carbone e Di Staso? Sindaco lei ha l’arte del non dire. Pratica solo populismo e dice parole incomprensibili. Qui mancano gli assessori e i dipendenti comunali. Nel 2021 vinse per un voto di protesta, nulla di ideologico. Non ha la maggioranza nemmeno in alcune commissioni. È prigioniero politico di un grande carcere, con uno staff di abusivi. Ha cambiato 5 assessori in 22 mesi e convocato consigli urgenti come nessuno mai. Siete insufficienti a voi stessi, figuriamoci se bastate per amministrare la città. Meglio non esprimermi, poi, sulla comunicazione istituzionale dell’ente. Una vergogna. Una pochezza mai vista. Lei sindaco cerca endorsement fuori città con i leghisti. Ma per caso questa città si ritrova con un sindaco della Lega? Spero di no. C’è schizofrenia politica anche sul caso dello stadio per il quale lei ha scaricato le colpe sull’opposizione. Poi però ci chiede un’apertura? Faccia pace con il suo cervello. Non siamo più disponibili ad aspettare che crescano i suoi assessori e i suoi consiglieri, questi ultimi inesistenti. La città non tollera più i suoi modi di fare. Se la strada si restringe e non guarda un orizzonte, rassegni entro breve le dimissioni dando modo ai cittadini di tornare subito al voto”.
Massimo Ciuffreda: “Oggi ha fatto il muto senza spiegare cosa sia successo in questo mese dopo aver fatto il sordo su varie questioni. Una vergogna le trattative che abbiamo letto sui giornali dopo la crisi. La Legge dice che oggi avrebbe dovuto spiegare perché ha ritirato le deleghe al vicesindaco ma lei continua a tenersele per sé. La sua unica strada è dimettersi alla fine di questo Consiglio comunale. In due anni azioni di programmazione seria non ci sono state. Qui ora ognuno si sentirà un sindaco, il tredicesimo. Non ricordo crisi più brutte dal 1992 in poi dopo 30 anni di centrosinistra di cui lei faceva parte. Ora è assoggettabile solo alla Lega e al ministro Salvini. Lo dimostra il cambio di rotta alle scorse Provinciali. Lei fa il sindaco grazie all’unica forza politica che vi ha portato al ballottaggio. Neanche un consigliere si è iscritto (solo il fedelissimo Sventurato in realtà, ndr) per parlare dopo le sue comunicazioni di oggi. Lei ha svuotato i contenuti di questa aula. A chi dice di aver paura di perdere quella poltrona e di non essere riconfermato diciamo di mollare adesso. Di danni in questi anni ne avete fatti fin troppi. Non c’è nulla di compiuto del programma presentato in campagna elettorale. Non volevo crederci che oggi non ci sarebbero stati i nuovi assessori e invece è così. Ma la cosa peggiore è che non ha spiegato alla città cosa è successo. Serve un atto di coraggio: andate a casa“.
Nonostante non si fosse prenotato, Vincenzo Di Staso si è sentito offeso e ha chiesto di intervenire dopo il suo addio a Forza Italia per sostenere il sindaco: “Su di me un mese di illazioni”. Con la solita presidente del Consiglio comunale Giovanna Titta, anche lei sollevata di scaldare ancora la poltrona, a fare, come sempre, da avvocata difensore della maggioranza. Di Staso ha concluso: “Nei miei confronti insulti, turpiloqui e offese. La mia famiglia portata nel tritacarne senza pietà. Un linciaggio”.
Anche Adriano Carbone si è sentito toccato dalla minoranza: “Avevo posto due condizioni, apertura alla minoranza e composizione della giunta. Io sto ancora aspettando e prenderò le decisioni opportune. Sono ancora disposto a firmare le dimissioni”. Gli interventi di Di Staso e Carbone sono stati accompagnati da toni accesi e urla con Titta a prendere sempre le parti della maggioranza.
Da accapponare la pelle l’intervento di Giovanni Sventurato, consigliere di maggioranza, parente di Rotice e fedelissimo storico del primo cittadino: “Io sono rimasto in silenzio per evitare una caciara. Noi della maggioranza diciamo grazie al sindaco. Sarebbe stato più semplice per lei tornare a casa e invece ha scelto di restare al servizio dei manfredoniani gratuitamente. Lei non ha la bacchetta magica per sovvertire subito ciò che abbiamo ereditato, ma dispone di relazioni istituzionali che stanno facendo fare un passo in avanti alla città. Ha cambiato i canoni delle logiche partitiche. Lei è la persona giusta al posto giusto”.
Ha chiosato di nuovo Rotice vantando di saper fare il suo mestiere di imprenditore, quando invece ha solo ereditato tutto dal padre. Insomma, non si è fatto proprio da solo tanto per fare una citazione berlusconiana. Il sindaco ha ricordato anche di aver offerto per tutti al bar dopo la processione di fine agosto, anche a quei consiglieri che pochi giorni dopo hanno firmato per farlo cadere. Che ingrati!
Infine ha spiegato i motivi del sostegno alle Provinciali al candidato leghista tradendo Forza Italia, il partito che lo aveva portato alla vittoria. Rotice ha affermato che lo avrebbe fatto per ottenere in cambio dalla Lega e dal ministro Salvini la risoluzione del caso Energas. Riguardo ai consiglieri “soldatini” e “alzamano” ha detto che non sono affatto dodici sindaci, bensì dodici “eroi”. La città deve pure ringraziarli? Non c’è limite al peggio.
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