La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Foggia, nei confronti di quattro persone di Orta Nova e Stornarella, sottoposte alle indagini preliminari per atti intimidatori perpetrati ai danni di un poliziotto in servizio presso la squadra mobile di Foggia.
L’attività d’indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e svolta dal personale della squadra mobile della Questura di Foggia, è stata avviata a seguito del tentativo di incendio dell’abitazione del poliziotto, sita a Orta Nova, avvenuto il 17 giugno scorso con l’impiego di due taniche di benzina da 15 litri ognuna. In tale occasione, solo l’intervento tempestivo del sovrintendente della Polizia di Stato aveva permesso di evitare che l’incendio dell’abitazione potesse comportare gravi conseguenze per tutta la sua famiglia.
Non soddisfatti di tale azione, nelle notti immediatamente successive, e in particolare il giorno 19 e 20 giugno, vennero incendiate due autovetture di proprietà di parenti dello stesso poliziotto. Le indagini svolte dagli investigatori, anche mediante la minuziosa analisi delle immagini delle telecamere di video-sorveglianza, hanno permesso di ricostruire la dinamica degli eventi e di raccogliere elementi di reità a carico dei quattro.
Dalle indagini emergeva che il movente sarebbe riconducibile al sequestro per abusivismo edilizio, effettuato il 16 giugno scorso da personale della locale Questura e della Polizia Locale di Orta Nova, di una villetta di proprietà della fidanzata di uno degli arrestati, sita a poca distanza dall’abitazione della parte offesa.
Il vile gesto, che avrebbe potuto avere ben più gravi conseguenze, sarebbe pertanto riconducibile alla funzione di soggetto appartenente alla Polizia di Stato, ricoperta dalla parte offesa.
Sono in corso approfondimenti investigativi per accertare se l’esplosione di un ordigno avvenuta il 16 settembre scorso nei pressi dell’abitazione del poliziotto abbia la stessa matrice dei citati atti intimidatori.
“È doveroso rappresentare che il presente procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati, per questa vicenda, non possono essere considerati colpevoli sino a passaggio in giudicato della sentenza di condanna e che la loro posizione giuridica sarà oggetto di vaglio dell’autorità giudiziaria nel contradditorio tra le parti”, riporta una nota della Questura.