“La squadra mobile ha ricostruito le responsabilità a carico degli indagati. Una risposta tempestiva da parte dell’autorità giudiziaria”. Così il questore di Foggia Ferdinando Rossi dopo l’arresto di cinque persone (non quattro come inizialmente comunicato) di Orta Nova e Stornarella per gli atti intimidatori perpetrati ai danni di un poliziotto in servizio presso la squadra mobile di Foggia. Beccati Gionata Algerino, 25 anni, Ottavio Borea, 45 anni, Marco Quercia, 26 anni, Savino Russo, 26 anni ed Ercole Russo, 24 anni.
I fatti sono avvenuti nel giugno scorso a Orta Nova dove risiede l’agente, ma gli arrestati sono sospettati anche di un ordigno esploso pochi giorni fa davanti all’abitazione della vittima.
“Mi auguro che questa attività di oggi possa servire per scuotere la comunità di Orta Nova – ha aggiunto Rossi -. Sono convinto che arriveranno altre segnalazioni, anche a me direttamente. Sarò ben lieto di farle sviluppare. Aver attentato ad un poliziotto è qualcosa che desta tantissima preoccupazione. È un attacco allo Stato. In questo territorio rispondiamo colpo su colpo a quelle che sono le aggressioni allo Stato. Orta Nova è una realtà che attenzionata da tempo. Si è acceso un focus da parte di autorità giudiziaria e prefettura che ha portato all’insediamento della commissione prefettizia”. È di qualche settimana fa lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale.
Il movente degli attentati al poliziotto sarebbe riconducibile al sequestro per abusivismo edilizio, effettuato il 16 giugno scorso da personale della Questura e della Polizia Locale di Orta Nova, di una villetta di proprietà della fidanzata di uno degli arrestati, sita a poca distanza dall’abitazione della parte offesa.
“Tutto nasce da un controllo amministrativo che ho disposto all’indomani della manifestazione di legalità del 12 giugno scorso – ha ricordato Rossi – quando la piazza di Orta Nova era gremita di gente ad ascoltare don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, e il procuratore della Repubblica, Ludovico Vaccaro.
“Si tratta di tre persone con precedenti penali e due incensurati – ha evidenziato il capo della squadra mobile Mario Grassia -. Le indagini si sono incentrate sulle immagini della videosorveglianza privata. Abbiamo così ricostruito i momenti precedenti e successivi agli attentati”.