Accertate forme di condizionamento mafioso nel Comune di Orta Nova hanno spinto Palazzo Chigi, pochi giorni fa, a sciogliere l’ente per infiltrazioni criminali. In attesa di conoscere le motivazioni, l’amministrazione è stata affidata a tre commissari, la viceprefetta a riposo Maria Rita Iaculli, il viceprefetto Angelo Caccavone e il dirigente di II fascia – Area 1 Francesco Fasano. Il Comune resterà commissariato per almeno 18 mesi nella speranza che l’ente vengano bonificato dalla piovra del clan Gaeta, egemone da anni nel paese più grande dei Cinque Reali siti.
Sul caso è intervenuta l’associazione Avviso Pubblico – Enti locali e regioni contro mafie e corruzione. “Prima lo scioglimento per mafia del Comune di Orta Nova, poche ore dopo l’agguato mafioso nelle campagne di Mattinata, in cui è stato ucciso un allevatore. Quello che sta accadendo in Puglia, pone la nostra regione in una zona di frontiera assai complessa e difficile. L’attacco dei clan pone in serio pericolo la tenuta stessa del territorio e stravolge le regole democratiche locali. Ora più che mai è necessaria una reazione forte da parte di tutti i pugliesi, che parta dalle istituzioni territoriali, dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, fino alla società civile. Sappiamo che la mafia può essere battuta. Lo abbiamo visto accadere in altre circostanze, quando le comunità locali hanno deciso di alzare la testa e ribellarsi”. Questa l’esortazione di Michele Abbaticchio, vicepresidente di Avviso Pubblico, che commenta i due gravi episodi che hanno colpito ancora una volta la provincia di Foggia.
“Un dato che ci preoccupa e ci interroga. La mafia esiste nei nostri territori in maniera preponderante, si insinua nella pubblica amministrazione, agisce apparentemente indisturbata e si nutre dell’atteggiamento indifferente, omertoso e, persino, devoto di una parte della popolazione – si legge nella nota della presidenza di Azione Cattolica Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano -. Ma le città sono formate anche da brave persone, donne e uomini onesti che hanno a cuore la qualità dei loro territori. Queste persone, talvolta, possono sentirsi sole e isolate, mosche bianche che non vedono le ‘scorciatoie’ come l’unica strada possibile. E la mafia si alimenta anche di questa rassegnazione, rafforzando e ramificando il suo potere. Restituiamo ai nostri figli comunità più sane, in cui andare fieri della propria onestà e della propria rettitudine. La strada giusta, per quanto possa essere più lunga e faticosa, è l’unica che porta lontano; profetica e lungimirante, è l’unica che eleva il nostro essere. Il potere della mafia, il potere del fare e del pensare mafioso è un cancro che toglie il fiato e corrode l’anima. Uomini e donne di buona volontà non facciamoci rubare la speranza! La speranza è una strada da perseguire, è un orizzonte possibile. Alziamo la testa, costruiamo il presente e custodiamo il futuro”.