A pochi mesi dalle consultazioni, se non ci sarà come ipotizzato da qualcuno la proroga del commissariamento sino all’election day della primavera 2024, tra gli emilianisti regna lo sconforto.
Ad estate già inoltrata e con poco tempo da qui a novembre sono poche le idee, ancora neppure abbozzato il programma e soprattutto non si ha la minima idea di chi possa guidare la proposta politica alternativa al centrodestra di governo.
Secondo qualcuno, quando si comincerà a sondare le disponibilità saranno in pochi a prendersi l’onere di una candidatura a sindaco/a della città. Nel Palazzo persistono incrostazioni nella tecnostruttura. Solo negli uffici delle Politiche Abitative, che avevano visto più di una assegnazione di alloggio popolare a membri delle batterie criminali, la commissione straordinaria ha realizzato una vera bonifica trasferendo la figura apicale ad altro ente. Chi accetterebbe una candidatura sapendo di dover affrontare ancora forti resistenze negli apparati burocratici?
È questo il dubbio che assilla i partiti. Qualcuno ha suggerito di iniziare un tour nei vari quartieri della città cominciando a presentare una possibile squadra di governo e annunciando almeno tre assessorati: Legalità, Welfare e Cultura.
Nel 2019 per queste caselle il centrosinistra aveva più o meno le idee già chiare e avrebbe pescato in professionisti d’area o in candidati consiglieri nelle varie liste. È il caso del dem Massimiliano Arena per i Servizi Sociali. L’avvocato di strada attualmente presidente dell’Accademia di Belle Arti, ha una vita trascorsa in mezzo agli ultimi.
Per la Legalità è ancora in lizza e disponibile Valentina Lucianetti, il cui nome potrebbe essere avanzato anche per la candidatura a sindaca.
“Tanti accusano la cittadinanza di essere troppo silente sulla situazione che Foggia sta vivendo, come se non si fosse coscienti del baratro in cui è sprofondata. Ma sono forse più consapevoli i partiti e i movimenti?”, rimarca un componente del tavolo.