Foggia è senza speranza? La domanda sorge spontanea dopo l’addio di Delio Rossi che, oltre agli aspetti prettamente personali, si è soffermato anche sulla situazione in città, flagellata da mafia, degrado, cattiva politica e mancanza di lavoro.
“Fuori ci vedono brutti, sporchi e cattivi e qui non facciamo niente per riscattarci“, ha affermato durante la conferenza stampa di addio. “Qui ho visto tanta passione ma anche molte cose che non condivido. Sopraffazione e violenza non le accetterò mai. Non possiamo essere minacciati fisicamente. Ma in città si minimizza, si parla di due o tre delinquenti. Nessuno fa una crociata contro queste cose. Siete stati anche voi correi”, ha detto rivolgendosi ai giornalisti. “È normale che sparino alla macchina di un calciatore? Non ci sono state alzate di scudi. Non ho visto questa indignazione popolare. Non è tifo degenerato, è un atto di violenza. Dov’è la maggior parte della tifoseria?”
Parole molto forti che riaccendono il tema su Foggia e sull’impossibilità di fare calcio a certi livelli. Le pressioni di parte della piazza, ma soprattutto gli attentati ai calciatori sono alquanto preoccupanti. Negli ultimi anni si sono verificati numerosi episodi, tra questi il grosso petardo lanciato nel giardino del centrocampista Busellato, l’auto incendiata all’attaccante Iemmello, l’incendio a casa di Gentile e ora i colpi di pistola contro l’auto di capitan Di Pasquale. Senza dimenticare le intimidazioni alla vecchia società raccontate persino nelle carte dell’inchiesta antimafia “Decima Azione”. Criminalità allo stato puro. Chi mai potrebbe avere il coraggio di investire su Foggia?
Rossi, molto legato alla città, la moglie è foggiana, ci ha provato ma dopo pochi mesi ha preferito salutare tutti. Il mister ha dichiarato che qui non riesce “ad essere razionale” perché “troppo legato visceralmente e affettivamente a questa piazza”. Ma potrebbe esserci dell’altro. È stato Rossi stesso a ricordare gli atti criminali mostrando preoccupazione anche per la scarsa reazione da parte della città.
Una Foggia che si appresta, tra pochi mesi, a votare il nuovo governo cittadino ma ad oggi tutto è fermo o quasi. Poca programmazione e scarsa voglia di mettersi in gioco. I candidati? Latitano così come le idee. E intanto la vecchia classe dirigente, artefice dello scioglimento per mafia del Comune, potrebbe tornare in auge attraverso una schiera di parenti e amici pronti a fare da “prestanome” della politica.
Non va meglio dal punto di vista imprenditoriale. Di recente il presidente del Consorzio Asi, Agostino De Paolis ha riferito a l’Immediato che “l’area industriale di Incoronata attualmente è satura. Molti investitori arrivati a Foggia hanno dovuto rinunciare all’investimento per la mancanza di disponibilità di aree in zona Asi. Pertanto chiediamo l’ampliamento delle zone Asi, ma anche delle Zes perché questa provincia ha necessità assoluta di creare nuove opportunità di lavoro”.
Il messaggio di Delio Rossi
“Brutti, sporchi e cattivi – esordisce la nota dell’ex tecnico rossonero pubblicata sul sito del Foggia -: così vi vedono gli altri che non vi conoscono. La bellezza, la qualità e le eccellenze rimangono sotterranee, emergono solo le cose brutte, la delinquenza, la mancanza del rispetto delle regole, incuria, il disordine ecc. ecc”.
“Attraverso una squadra di calcio, che può rappresentare un territorio e la sua gente, la città poteva emergere nelle difficoltà più estreme, lottando e soffrendo in maniera indicibile. Era importante che il campo ci desse quello che era giusto, ma così non è stato. Io voglio continuare a credere che nella vita, come nel calcio, esista una scala meritoria dove dovrebbe essere premiato chi è più bravo e non il più prepotente, il più scaltro, il più furbo. Lo so che sarò uno dei tanti Don Chisciotte, ma continuerò a combattere contro i mulini a vento”.
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