A Collegno, il 30 aprile 2020, Alex Cotoia uccise a coltellate il padre Giuseppe Pompa. Un omicidio avvenuto, secondo quanto stabilito anche dai giudici della Corte d’Assise, per legittima difesa, per difendere la madre dalla violenza del padre. Alex, che oggi vive in Spagna, ha commentato il caso del duplice omicidio di Torremaggiore dove Taulant Malaj ha ucciso la figlia Jessica di 16 anni.
“La storia è uguale alla mia e a quella di tante altre – racconta in un’intervista rilascia a La Stampa – era scontato che finisse così: se vivi con una persona violenta, gelosa, morbosa, che controlla la tua vita, stai andando incontro alla morte”.
“Papà controllava tutto, le poche volte che la mia fidanzata è venuta a mangiare da noi, prendevamo soltanto una pizza da asporto, niente altro, mai cucinato nulla in casa”. Nel processo d’appello la procura ha chiesto per lui 14 anni di reclusione perché secondo i pm la sua non fu legittima difesa. Alex attende il giudizio e intanto sogna una vita “normale” fatta di un lavoro, una fidanzata, ma soprattutto tanta serenità, per lui, la madre e il fratello. Nelle ultime ore i media nazionali scrivono che il giovane potrebbe scontare sei anni di carcere in quanto – secondo i giudici d’appello – la sua condotta sarebbe stata “francamente aggressiva” e pare abbia “travalicato i limiti della reazione difensiva”.
“Sono sospeso – prosegue – se la sentenza di assoluzione si ribalta è una sconfitta per tutti. Io ho fatto ciò che ho fatto soltanto per difesa. Se non lo avessi fatto non sarei qui, e mia mamma sarebbe morta“. Anche Giuseppe Pompa era “un uomo ossessivo, morboso, violento. E i fatti di cronaca raccontano una verità spietata: gli uomini così prima o poi uccidono”, conclude il giovane.