“Niente utilizzo dell’acqua, niente polveri, niente inquinamento, tutto meccanico e quindi zero impatto ambientale all’insegna di un rinnovato modello di economia circolare secondo le direttive ministeriali targate MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica)”. È in sintesi il ritratto del nuovo impianto della South Metal Corporation che si appresta a sbarcare nell’ex area Enichem (oggi chiamata area SIN – Sito Interesse Nazionale – di Macchia di Monte Sant’Angelo) dopo aver superato 51 prescrizioni e completato così il complesso e meticoloso iter autorizzativo.
La scorsa settimana con atto del dirigente Giuseppe Cela dell’ente Provincia di Foggia l’impresa è stata autorizzata alla realizzazione e all’esercizio di un impianto industriale per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi. “È una lieta novella per l’intero comprensorio in cerca di un duraturo riscatto con annesso rilancio industriale all’insegna del rispetto delle non negoziabili esigenze ambientali di un pregiato territorio quale è quello garganico – è riportato in una nota -. A regime l’impianto dovrebbe assumere una cinquantina circa di operai (e quindi avrà ingenti risvolti occupazionali in un’area economicamente depressa come questa) mentre per ciò che concerne invece i tempi dell’apertura dei battenti, salvo imprevisti dell’ultima ora, la stessa dovrebbe essere collocata, temporalmente, nei primi mesi del 2024. La South Metal Corporation si occuperà del trattamento e recupero di materiali non pericolosi a matrice prevalentemente metallica da reimmettere nelle filiere produttive dell’industria automobilistica, elettrica ed elettronica. Una novità in loco. La cifra dell’investimento ammonterebbe (secondo indiscrezioni non confermate però) a circa 7 milioni di euro ed è ovviamente considerato (l’investimento) manna dal cielo per il comprensorio”.
L’istanza, presentata da Francesco Paolo Pacillo, 80 anni, ex giudice tributario, risale ad ottobre 2021: ci sono quindi voluti diciotto mesi per incassare i dovuti placet (51 le prescrizioni imposte) previsti dalla rigorosa normativa, a riprova che il tutto è stato fatto con scrupolosa osservanza delle direttive ministeriali in materia. Va ricordato a tal proposito che il progetto ha incassato nel corso del lunghissimo iter l’ok di svariati organismi tra i quali il Comune di Monte Sant’Angelo, nel cui territorio ricade l’ubicazione dell’impianto, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, l’ARPA Foggia (pareri favorevoli con prescrizioni). Per ciò che concerne invece il parere preventivo (ovviamente favorevole) ad opera del Consorzio ASI Foggia, lo stesso risale a gennaio 2022. Non tutto però è filato liscio durante il lungo cammino autorizzativo: non sono mancati infatti i dubbi, quest’ultimi sollevati in merito ad alcuni specifici aspetti, avanzati in particolare dal Comitato Tecnico Provinciale e dalla Soprintendenza (risolutivo il successivo intervento della Regione Puglia). Ma alla fine tutto è comunque rientrato, a conferma della bontà dell’idea e del progetto, il quale risulta così in perfetta linea coi massimi e rigorosi standard previsti dalla normativa per il rispetto dell’ambiente.
La South Metal Corporation si candida ad essere leader nel settore qui in Capitanata e nel sud Italia e punto di riferimento per le aziende che hanno necessità di conferire i loro rifiuti per il successivo recupero. Essa è una srl composta da 4 soci: il 60% è detenuto da una srl di Pisa, il restante 40 per cento è suddiviso tra l’imprenditore mattinatese Giuseppe Ferrantino (20 per cento), la sangiovannese Anna Rachele Martino (10%) e la beneventana Iole Rosiello (figlia di un noto professore universitario) per il rimanente 10%.
La società può godere dell’esperienza in materia del mattinatese Ferrantino, poiché è già socio di un’analoga azienda che opera nel medesimo settore in provincia di Brescia, nel nord Italia. “Ritengo che, nel pieno rispetto dell’ambiente, anche qui da noi vi siano ottime possibilità per far decollare un simile segmento industriale. Puntiamo – è la sua opinione – a rendere pratico un modello di economia circolare, ovvero a realizzare un sistema economico pensato appunto per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecosostenibilità. Per noi tutto questo è di fondamentale importanza. Sulla cura e sull’osservanza dei molteplici aspetti ambientali che la realizzazione del progetto comporta vi è la nostra massima attenzione. Non a caso abbiamo dovuti attendere 18 mesi per avere l’ok finale. Ma adesso ci siamo e siamo pronti per partire”.