“Parlare di allarme mi pare eccessivo, siamo passati dagli oltre 50 focolai di due anni fa ad appena 15 nel 2022 concentrati quasi tutti nell’area centro garganica tra San Giovanni, Monte Sant’Angelo e Mattinata, soprattutto dove sono presenti pascoli allo stato brado. Quindi prima di creare falsi allarmi documentiamoci”. A parlare è il direttore dell’area sanità animale dell’Asl Foggia, Giuseppe Francavilla, che aggiunge: “La brucellosi è una malattia zoonotica che può essere trasmessa direttamente o indirettamente tra gli animali e l’uomo, ad esempio attraverso il consumo di alimenti contaminati come il latte non pastorizzato. Si combatte con controlli serrati negli allevamenti, e dove vengono riscontrati focolai sono soggetti a misure molto restrittive, e gli animali infetti vengono destinati alla macellazione entro 15 giorni. Voglio precisare che al momento in provincia di Foggia abbiamo riscontrato pochissimi casi di persone colpite da questo virus. I sintomi sono vari e simili a quelli dell’influenza, quindi febbre, mal di testa, mal di schiena e debolezza. Ma possono manifestarsi anche pericolose infezioni al sistema nervoso centrale e in alcuni casi si hanno cronicizzazioni, caratterizzate da febbri ricorrenti, stati di affaticamento, dolori alle articolazioni”.
Tuttavia c’è chi come Domenico Quitadamo, allevatore di Monte Sant’Angelo che da alcuni mesi è alle prese con questo problema, ricevendo l’ordinanza di isolamento e sequestro di bovini infetti da brucellosi. “Un bel problema per la mia azienda. Non posso acquistare o vendere animali, sono costretto a disinfettare le stalle, aumentano i controlli, prelievi raddoppiati. Un danno economico incalcolabile, difficile da quantificare. La mia azienda esiste da 50 anni e non abbiamo mai avuto di questi problemi, è il primo anno. Dal mese di febbraio siamo fermi, non lavoriamo il latte. Andiamo avanti solo con gli aiuti della Comunità Europea. Se ci tolgono quelli per noi è la fine”.
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