Donatella Curtotti chiede formalmente alla decana dell’Università di Foggia, Lucia Maddalena, di fare “immediata chiarezza sui contenuti e sulla gestione della pagina ufficiale Instagram dell’Università di Foggia (UniFg_official), in cui Michele Milone stringe la mano a Gaetano Serviddio come esito della conferenza stampa tenuta ieri in ateneo (di per sé un’autentica aberrazione dei regolamenti ufficiali, oltre che palese violazione dell’imparzialità e dell’equidistanza che dovrebbe invece garantire la governance rispetto a tutte le candidature alla carica di prossimo rettore dell’Università di Foggia)”. Inoltre, Curtotti chiede formalmente che “vengano chiarite con effetto immediato eventuali responsabilità in merito a un utilizzo così rozzo e strumentale degli organi di informazione e delle strutture di Ateneo, che invece dovrebbero servire unicamente per parlare di proposte e programmi alla Comunità”.
La docente si dice certa che “tutto questo non sia stato minimamente autorizzato dalla decana, alla quale spetta il dovere di rimanere imparziale oltre che l’obbligo di fare osservare questa imparzialità” presso strutture e servizi in dotazione all’Ateneo, ma al tempo stesso esige un’immediata presa di posizione ufficiale affinché non si verifichino più abusi di nessun genere, né verso l’Istituzione né verso la sua Comunità. “Stigmatizzo il comportamento rozzo e sleale di alcuni candidati ed ex candidati rettori, che evidentemente hanno preso a modello il peggio espresso da certa politica e da certa accademia. Speravo che l’Università di Foggia potesse riscattarsi, diventando luogo di sana competizione, rispettosa del ruolo che riveste l’accademia all’interno della società – conclude la professoressa Curtotti –. Invece, ancora una volta, facciamo bassa politica, usiamo giornali e organi ufficiali generando disinformazione, propaganda, dimostrando che lealtà e legalità sono solo parole vuote a cui purtroppo non attribuiamo alcun concreto significato. Ci guardano gli Studenti. Ci guarda la Cittadinanza. Ci guardano tutti. E, per tutta risposta, questo è il pessimo esempio di correttezza istituzionale che offriamo, e da cui dissocio completamente. Per me l’Università di Foggia è un’altra cosa, occorre ristabilire rispetto, fiducia ed anche una certa eleganza nei rapporti umani e professionali, solo attraverso condotte degne del nostro ruolo l’Università di Foggia potrà recuperare la credibilità scientifica e soprattutto l’etica che adesso sembra aver smarrito. Io la vedo così…”.