“Dichiarazioni intrinsecamente attendibili e che risultano supportate da fonti di prova raccolte nel corso delle indagini”. Lo scrive il gip del tribunale di Foggia nell’ordinanza di custodia – di cui l’agenzia LaPresse ha preso visione – con cui ha disposto il carcere per tre ragazzi di Cerignola, di età compresa fra 20 e 21 anni, accusati di violenza sessuale ai danni di una 13enne del posto, invitata in un box alla periferia del paese, dopo un contatto su una piattaforma social. Tra “le fonti di prova” indicate dal gip ci sono i “filmati di videosorveglianza”, la “trascrizione delle dichiarazioni rese dalla minore in sede di audizione protetta il 2 novembre 2022”, il verbale delle “dichiarazioni della madre” della 13enne, l’esito degli “esami di laboratorio”, il contenuto delle “intercettazioni”, gli “screenshot degli sms scambiati tra uno degli indagati e la minorenne e la trascrizione degli audio inviati dallo stesso indagato”.
Per il gip se “non è concretamente apprezzabile il pericolo di fuga”, sussiste il “serio pericolo per la formazione genuina della prova, sicché è altamente probabile che gli indagati, se lasciati liberi di avvicinarsi alla vittima o a persone a lei vicine (come accaduto con lo zio della minore e la madre della stessa 13enne) possano tentare di indurre la ragazza a modificare la versione dei fatti”.
“Gli indagati si sono mostrati incapaci di controllare i propri impulsi e soprattutto si sono rivelati inclini ad agire in gruppo, sfruttando la forza del branco e agendo in modo brutale e spregiudicato, senza alcun rispetto della dignità e della sensibilità di una ragazzina di soli 13 anni”. Le condotte degli indagati, secondo il gip, sono “significative e indicative della inclinazione a ripetersi, in modo incontrollato, in analoghe condotte, sicché deve ritenersi attuale concreto il pericolo di reiterazione, tanto più che è emerso che non era la prima volta che accadeva quanto capitato alla 13enne”.