Appalti in cambio di resort di lusso con Spa e assunzioni per i figli. È lo spaccato emerso nel filone dell’inchiesta sul Policlinico “Riuniti” di Foggia che ha portato all’arresto in carcere dell’ingegnere 62enne Massimo De Santis e altre 3 persone (ai domiciliari). Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti attraverso intercettazioni, pedinamenti e il sequestro del cellulare del responsabile dell’area tecnica, diverse gare sarebbero state pilotate con l’accordo tra il dipendente e i rappresentanti delle imprese fornitrici.
De Santis in cambio avrebbe avuto vacanze pagate (Sestriere e Spa a Matera), lavori nelle sue case di Troia e in Abruzzo (anche di modesta entità, come nel caso di un box per la tv dal valore di 30 euro), e l’assunzione del figlio Roberto. Nell’ordinanza firmata dalla gip Roberta Di Maria, infatti, si fa riferimento all’appalto da 4 milioni di euro (gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici dell’ospedale) aggiudicata nel 2020 al raggruppamento temporaneo di imprese (una “Ati”, associazione temporanea di imprese) tra GA.MI impianti srl e IM.TEC di Iatarola Michele e C. dopo un procedimento travagliato.
Difatti, inizialmente la Ati era stata esclusa perché al sopralluogo si era presentato solo il responsabile di una delle due ditte e non entrambi. Poi la situazione sarebbe stata affrontata in un incontro tra l’ingegnere e un responsabile di una delle due imprese, al quale sarebbe stato richiesto esplicitamente di installare l’app “Signal” (applicazione di messaggistica non intercettabile).
Una pec con una delega (mai letta formalmente dagli uffici) del rappresentante dell’Ati avrebbe “ribaltato” l’esito della gara di fatto escludendo un’altra pretendente, la Omnia Servitia s.r.l., società che “inizialmente – come riportato nell’ordinanza – De Santis intendesse favorire”, attraverso “indicazioni fornite al referente su una serie di migliorie da inserire per colpire la commissione”. Poi, cosa è successo? L’ipotesi in campo farebbe riferimento alle dichiarazioni rese da persone vicine alle aziende concorrenti durante le indagini: “Quando ho saputo la notizia dell’aggiudicazione, con il mio compagno abbiamo pensato che l’aggiudicazione fosse conseguenza della promessa di assunzione del figlio Roberto all’interno della predetta Ati, azienda più grande della Fidati, che gli avrebbe consentito la possibilità di crescere e ricoprire ruoli apicali. Questa è la spiegazione che ci siamo dati in ordine alla mancata aggiudicazione della gara alla Omnia Servitia”.
In effetti, è riportato nell’ordinanza, “Roberto De Santis, dipendente della Elettromeccanica Cmc fino al 26 ottobre 2020, ossia sino al termine del contratto relativo alla precedente procedura di gara aggiudicata alla Research Consorzio Stabile soc. coop., trascorsi tre giorni dalla scadenza del contratto, veniva assunto proprio dalla IM.TEC di Iatarola Michele e C snc”. “È evidente – concludono gli inquirenti – che il De Santis abbia turbato la libertà degli incanti, perché unitamente ai suoi complici ha interferito illecitamente nella gara, alterandone il regolare svolgimento e in tal modo hanno leso i beni giuridici protetti dalla norma, che si identificano con l’interesse pubblico alla libera concorrenza ed alla maggiorazione delle offerte”.